Musicologi da tutto il mondo unitevi! Ed è quanto accadrà presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali la settimana prossima per tre giorni nel corso del simposio ‘Musicology in progress’. Cremona e palazzo Raimondi dal 18 al 20 aprile saranno l’ombelico del mondo di chi ama studiare musica, un cantiere di idee con studenti provenienti da ogni parte del globo in presenza e in collegamento via zoom.
I numeri sono importanti: le proposte arrivate per partecipare alle diverse sezioni sono state in tutto 143, provenienti da ricercatori, dottorandi e studenti di una ventina di paesi di entrambi gli emisferi. Di questi il comitato scientifico, composto da una ventina di docenti di quindici atenei internazionali, hanno selezionato 111 comunicazioni sugli argomenti più disparati delle scienze musicologiche. A farsi promotori dell’iniziativa sono stati gli studenti Deivis Herrera Gonzàles, Tommaso Schreyer e Giovanni Panizzo, membri dell’Associazione Studenti di Musicologia e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Pavia.
Deivis Herreira Gonzàles, la docente Ingrid Pustijanac, Giovanni Panizzo e Tommaso Schreyer
«L’idea è nata da una considerazione, derivata dalla mia esperienza in Venezuela — afferma Deivis Herrera Gonzàles —, dove ho frequentato la triennale, per poi venire a Cremona per la magistrale con l’obiettivo di specializzarmi in musica medievale. A differenza di quanto accade nel mio Paese in cui gli studenti sono attivi e c’è un forte interscambio di esperienze di ricerche fra docenti e discenti, qui in Italia la cosa non è così frequente. Al di là di ciò, ho intuito che questo dipartimento era il posto giusto, la dimensione è tale che è possibile un confronto quotidiano fra studenti e docenti. Per questo ho voluto osare: ho proposto di organizzare un incontro con protagoniste ricerche e idee di studenti innamorati della musica».
Il direttore del dipartimento Claudio Vela e le docenti Ingrid Pustijanac e Michela Garda hanno accolto la proposta dei ragazzi: «Ci siamo messi in gioco, ma mai avremmo pensato a una risposta così massiccia — racconta Pustijanac —. Ci sono studenti da Oxford, dalla California, ma anche dal Venezuela, dal Brasile, dall’Argentina. La collaborazione con i colleghi delle università da cui provengono gli studenti/relatori è stata intensa, interessante e, visto il programma che ne è uscito, proficua». ‘Musicology in progress proporrà una serie di room tematiche per i tre giorni, con inizio nel pomeriggio per permettere anche a chi sta dall’altra parte del mondo di partecipare.
«Importante è stata la collaborazione della Società Italiana di musicologia, ma anche de EdiSu Pavia e del Collegio Quartier Novo che ha messo a disposizione alcune stanze — afferma Tommaso Schreyer —. Chi verrà in città a pernottare per i tre giorni sono 67 relatori, sui 110 in cartellone. Per questo ci siamo attivati per trovare alloggi, anche grazie alle convenzioni con gli hotel che il Dipartimento ha in essere. Ma c’è chi ha ricavato posti letto anche a casa propria».
L’ospitalità nel segno della musica è un piacere doveroso. Nella tre giorni, assicurano gli organizzatori e promotori, ci sarà solo l’imbarazzo della scelta: «I temi affrontati sono i più differenti — spiega Giovanni Panizzo —. Si va dalla musica nell’antico Egitto o a Bisanzio per arrivare al trap. Non mancano gli studi di genere, come quelli legati ai ruoli delle donne in abiti maschili nell’opera lirica. Si tratta sempre e comunque di ambiti di indagini di studenti e ricercatori che apportano idee al settore della musicologia, con la serietà della ricerca e la passione per la musica».
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