Quando Vuolter, l'americano, nella sue finzioni di ministro della cultura e nello stesso tempo 'cultore' del cinema (avremmo dovuto capirlo fin da allora dove sarebbe finito, altro che Africa) impose agli esercenti di praticare prezzi popolari almeno un giorno alla settimana per incentivare l'andare al cinema, specie dei giovani, noi ci dicemmo: quando avrà il ministero della cultura, un ministro che, amando la musica, proponga una identica misura per i teatri e le sale da concerto?
Si sa che un simile ministro l'Italia non l'ha mai avuto - perchè, detto per inciso, la nostra musica è apprezzata più all'estero che in Italia e perchè i ministri come i cittadini sono analfabeti in musica - fino ad oggi, quando, però, un ministro che proviene da una accademia milanese privata, s'è accordato con La Scala per una iniziativa di incentivazione della musica presso i giovani, e l'ha poi proposta anche alle altre fondazioni liriche, trovandole d'accordo ( forse per paura, senza neanche tanta convinzione, ma tant'è che l'hanno adottata).
E' la prima volta che un ministro avalla ed anche impone - usiamo le parole giuste - una misura che, se sposata convintamente da tutte le fondazioni liriche e doverosamente incentivata e promossa, potrebbe avvicinare un pubblico giovane alla musica e all'opera, che sono sinceramente troppo costose per le loro tasche.
Tutte le fondazioni liriche, Scala in testa, riserveranno nella maggior parte degli spettacoli in
cartellone una quota di posti (duecento per volta, per una decina di titoli scaligeri ) al prezzo simbolico di 2 Euro ai giovani fino a 25 anni. Si tratta di una rivoluzione e come tale doveva essere considerata.
Senonchè i giornali se ne sono fottuti, dandola con quattro righe, e i critici musicali pure, i singoli come la loro associazione ( Associazione critici musicali) sul cui sito della bella iniziativa non v'è traccia. Dormono sonni tranquilli, mentre il mondo cambia.
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