I primi che ancora non ci credevano vanno cercati proprio fra quelli che la politica mette a capo delle situazioni operistiche italiane, sempre in affanno economico ed alla continua ricerca di qualche mezzo che di più peso alla lirica che essi sono stati chiamati a governare, ma sul cui appeal nutrono dubbi.
Il caso dell'Opera di Roma, con un sovrintendente - acclamato salvatore della lirica romana - che voleva 'esternalizzare' orchestra e coro e che nelle sue stagioni è alla continua ricerca di 'extra' per creare - pensa il poveretto - altro nuovo pubblico per l'opera. Il caso di Caracalla e della programmazione alte terme, nell'era Fuortes, ne è l'esempio lampante, quando invece dovrebbe assicurare al melodramma estivo il meglio sul mercato e fare politiche dei prezzi che invoglino gli italiani ancora afflitti dalla crisi a passare una serata, che risulterà sicuramente indimenticabile , sotto le stelle ed al chiaror della luna, a Caracalla, per ascoltare il melodramma.
Il discorso potrebbe valere per le serate 'speciali' che la nuova sovrintendente dell'Arena di Verona, ex cantante - ma lo facevano già i suoi predecessori - va programmando, molte delle quali a favor di telecamere, comprese la passerelle in intimo ma su una pista di ghiaccio.
Nel caso dell'Arena la 'Serata Bocelli', trasmessa in tv, ha colpito proprio per la sua banalità e conseguente banalizzazione del melodramma, alla quale ha anche contribuito la - già - bella presentatrice, sempre chiacchierona e non sempre a proposito, che con il ballo sembra volerci convincere che ha trovato una nuova giovinezza - noi ce la siamo risparmiata quella serata.
In questi giorni qualche giornale, e La Repubblica più di tutti, ha sostenuto in mille modi la tournée dell'Opera di Roma in Giappone (Traviata, Manon di Puccini). Prima ha addirittura assoldato il magistrato scrittore Giancarlo De Cataldo per fargli dire dei legami fra l'Italia ed il Giappone e del melodramma che ci lega all'Oriente e che lega i nostri due paesi. Il melodramma, non a causa delle regie, 'contemporanee' così care a Fuortes e sulle quali egli punta quando parla della 'modernità' del melodramma. Ma allora perchè in Giappone ha portato due regie 'tradizionali' ed una delle due anche firmata da una regista il cui cognome fra più presa della regia stessa - intendiamo Chiara Muti?
De Cataldo evidentemente, neanche lui, è riuscito a far capire a Fuortes che il melodramma attira per se stesso, e minimamente per le regie che lui preferirebbe sempre trasgressive.
Un successivo articolo del quotidiano mette in risalto l'accoglienza giapponese per il primo dei due titoli in programma - Traviata - Figurarsi che scoperta!
Ma oggi un nuovo articolo, apparentemente slegato dai due precedenti, mette in rilievo, dai dati forniti dal MIUR, settore AFAM , comprendenti Conservatori e Istituti pareggiati ( Il Mnistero a corrente alternata considera gli Istituti pareggiati, in via di statalizzazione come promesso, una volta parte integrante del sistema AFAM, altre volte, quando deve mantenere promesse fatte, se ne fotte ( il caso del recente concorso per insegnanti di cui abbiamo scritto anche in questo blog e che è stato visulaizzato oltre misura. in due giorni più di 3000 vitite al solo post in questione ne è una prova) la presenza di cattedre di canto, enormemente cresciute di numero ( anche di qualità?) e la presenza enorme in dette classi di studenti dell'Estremo Oriente. Cosa risaputa, che tutti coloro che a vario titolo frequentano i nostri Istituti musicali sanno da sempre ( fino a quando anche noi insegnavamo a L'Aquila i coreani primeggiavano su giapponesi e cinesi, per numero ed anche per impegno, dobbiamo ammetterlo).
Nell'articolo ultimo, Repubblica annuncia una iniziativa commerciale a seguito della riconosciuta fama e della grande accoglienza del melodramma presso il pubblico. La ben nota catena di distribuzione con negozi in tutta Italia, OVS, dopo aver investito a suo modo sull'architettura italiana, ora licenzia una linea particolare di abbigliamento femminile, nella quale le immagini più note dei nostri monumenti hanno ceduto il posto ad alcune frasi celebri del melodramma.
C'è oggi una diffusione maggiore el melodramma anche in Italia? Boh. E se c'è, non è certo merito di Elio delle ex 'Storie tese' che per una casa di produzione ha voluto, a suo modo - che a noi non piace! - volgarizzare le vicende melodrammatiche a modo suo.
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