lunedì 24 settembre 2018

Buone notizie. Storie di un altro mondo

Ieri, a lungo, abbiamo sfogliato Buone Notizie del Corriere della sera, al traguardo del primo anno di uscita. In prima pagina anche un messaggio di Mattarella, il taciturno, che si scusava per non essere stato presente alla festa di compleanno, ma che inviava un messaggio di congratulazioni.
 Notizie da un altro mondo. Sì, proprio così. Da nord a sud il paese raccontato da Buone Notizie,  è pieno zeppo di belle straordinarie storie: storie di grandi passioni, di inventiva, di solidarietà.

E chi non vorrebbe vivere in un paese  come quello raccontato da Buone Notizie ?Tutti, noi compresi, al punto che ci siamo decisi a telefonare alla redazione del settimanale del Corriere, per farci dare l'indirizzo, al fine di trasferircivisi.

Squilla il telefono del centralino del Corriere, una voce gentile ci dice che ci collega con Buone Notizie, che però, ha tutte le linee occupate e quindi ci mette in attesa. Forse tantissimi altri, come noi, hanno avuto la stessa idea: trasferirsi nel mondo di cui il settimanale parla. Restiamo in attesa per parecchi minuti, le linee sono ancora tutte occupate - ci avverte la solita voce gentile, pregandoci di attendere per 'non perdere la priorità acquisita.'..

L'attesa continua ancora, diventa quasi snervante; e per non rovinarci ulteriormente la vita già tanto rovinata di questo mondo che abitiamo, decidiamo di chiudere la telefonata. Anche perchè ci assale un dubbio: vuoi vedere che una massa di gente, fra cui anche scalmanati, delinquenti, immigrati come ne esistono tanti nel mondo reale, ha deciso di emigrare nel mondo di Buone Notizie?  Decidiamo, per non fare brutti incontri, di restare nel mondo che c'è.

 Riponiamo il giornale e accendiamo la tv: "Nessun lavoratore perderà il posto", tuona una voce roboante  che ha la faccetta  liscia liscia di un giovane politico del mondo in cui ora viviamo: "chi ha approvato il Jobs Act, prosegue, non è uno statista ma un assassino politico". Il riferimento è a Matteo Renzi che volle quella riforma del mondo del lavoro. "L'accusatore di Renzi, dice una voce camuffata, per il timore di essere riconosciuta e sanzionata, commenta: " Di Maio, proprio lui, l'accusatore, che si propone come salvatore della patria, non  è uno statista, ma un perfetto idiota politico.

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