giovedì 27 settembre 2018

Sonia Bergamasco, anche nell'arte oltre che nella vita, sulle orme di Fabrizio Gifuni (suo marito)

Qualche mese fa abbiamo raccontato su questo blog la celebrazione di un evento importante per la cittadina di Sansepolcro (fondata nel 1012): il suo primo millennio dalla fondazione, avvenuta il 29 settembre del 2012, nella sala del Museo civico che custodisce la Resurrezione di Piero della Francesca, a detta di Huxley 'la più bella pittura del mondo'.

Per quell'occasione, abbiamo raccontato,  oltre a commissionare  un nuovo Quartetto per archi ( il n.9)  a Salvatore Sciarrino per l'occasione,  invitammo Fabrizio Gifuni a raccontare come verso la fine della Seconda guerra mondiale,  un capitano inglese, per risparmiare il celebre affresco di Piero della Francesca, salvò la città da sicuro bombardamento.
Quel capitano, che si chiamava Anthony Clarke, raccontò quella sua avventura in un  memorabile, commovente diario, che la sera del 29 settembre 2012 Fabrizio Gifuni rilesse sotto l'affresco di Piero.

Quella celebrazione la ricordiamo bene in tutti i suoi particolari perchè fummo noi a progettarla e realizzarla, su invito dell''allora sindaco di Sansepolcro, Daniela Frullani, consigliata dalla carissima amica, purtroppo scomparsa prematuramente, Paola Galardi.

Ieri quando abbiamo letto sul Corriere della commemorazione dei cinquecento anni dalla morte di Leonardo, nel Cenacolo, sotto l'affresco dell'Ultima cena, organizzata dal 'Piccolo' ed affidata a Sonia Bergamasco, ci è venuto in mente quel precedente, a causa di una serie  di analogie.

A Milano,  eccezionalmente sotto l'affresco di Leonardo - come del resto a Sansepolcro, sotto l'affresco di Piero - veniva festeggiato un grande artista e insieme un eroe del nostro tempo legato a quell'opera d'arte: la critica d'arte, sovrintendente e direttrice di Brera, Fernanda Wittgens,  come a Sansepolcro il capitano inglese Clarke.

In ambedue le serate si è fatto ricorso  anche alla lettura di  celebri testi di grandi del passato riferiti ai due affreschi - a Sansepolcro, di Aldous Huxley, a Milano  di Vasari e poi  di Goethe -  per mettere in risalto la bellezza  dell'arte, e per sottolineare che quella bellezza aveva dato un grande contributo alla civiltà.

Ambedue i protagonisti avevano rischiato grosso per salvare le opere d'arte e  i cittadini: il capitano inglese rischiò  addirittura la fucilazione; la sovrintendente, che era riuscita a salvare molti ebrei, finì in prigione per decisione del fascismo. Fernanda Wittgens ripeteva che era 'troppo bello essere intellettuali in tempi di pace', ma che era in tempi di guerra che si poteva misurare coraggio ed ardire degli intellettuali medesimi; e il povero, giovane capitano inglese, sospese il bombardamento di Sansepolcro  perchè non voleva avere sulla coscienza la gravissima colpa di aver distrutto  quel celebre affresco.Ora i nostri due eroi sono ricordati a Milano e Sansepolcro da due strade a loto intitolate.

Tutte queste curiose coincidenze ci sono venute in mente alla lettura della celebrazione leonardiana milanese che, ennesima coincidenza, avviene a sei anni esatti di distanza da quella di Sansepolcro : Sansepolcro, 20 settembre 2012- Milano,  25 settembre 2018, e, infine, ad opera di due attori: Gifuni-Bergamasco, uniti nell'arte ma anche nella vita.

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