Cosa voglia ora il Movimento e la sua ditta al comando, 'Grillo & Casaleggio Associati', dalla sindaca Raggi, non è del tutto chiaro. Perché le incognite sul suo futuro sono tante, e potrebbero tutte danneggiare più che favorire il Movimento.
Di Maio, sperando che nulla avvenga nel frattempo, volendosi presentare come il tutore e garante della legge, interna (ed esterna) del Movimento che l'ha candidato a premier nelle prossime politiche, ha assicurato che se ci fosse per la Raggi una condanna, a seguito dell'accusa di 'falso' per la quale la Procura di Roma l'ha indagata, Lei deve dimettersi, seduta stante. Già, facile a dirsi, molto difficile a realizzarsi senza colpi durissimi inferti al Movimento, alla vigilia della campagna elettorale che si annuncia giù infuocata, nonostante manchi ancora un semestre circa alle elezioni.
Se la Procura di Roma concludesse il processo con la condanna della sindaca, mettiamo verso i primi mesi dell'anno prossimo od anche verso la fine di questo, e la sindaca si dimettesse, salvo ripensamenti del garante dello statuto dei grillini, che ne sarebbe delle mire a governare del Movimento e di Di Maio? Quelle dimissioni sferrerebbero il colpo di grazia a Di Maio? Per vincere le elezioni il Movimento, se riesce a sopravvivere deve attendere la prossima tornata? E se, invece, la condanna - eventuale - arrivasse dopo le elezioni, mentre in piena campagna elettorale si svolgesse il processo? Sarebbe più o meno la stessa cosa, perchè comunque il dibattimento porterebbe di nuovo a 'lavare in piazza i panni sporchi' del gabinetto Raggi a Roma?
La ragione per cui la ditta 'Casaleggio& Grillo Associati' - l'ordine di titolazione negli assetti societari cambia a seconda di chi conta di più in quel momento e per quello specifico caso - ha pregato la Raggi di non farsi sentire, di non prendere nessuna decisione, di fare come se non esistesse fino alle prossime elezioni politiche, ha proprio il senso della volontà di proteggersi da qualunque sommovimento che l'azione della Raggi - l'anno e mezzo di permanenza in Campidoglio lo ha dimostrato - produrrebbe.
La sindaca che doveva essere la prova provata della buona amministrazione grillina nella Capitale, si è rivelata, in ogni momento, come la sua 'caporetto'. Non ne ha azzeccata una, si potrebbe dire: o non fa nulla di concreto e di risolutivo per i numerosi problemi della città, o quando fa qualcosa sbaglia.
Le hanno fatto recitare anche la parte della sorellastra, un tempo cattiva diventata buonissima, quando l'hanno costretta, a Marino, con Grillo che le ha puntato la pistola alla schiena, ad abbracciare la Lombardi, candidata a governatore della Regione Lazio, sua nemica da sempre. Vogliono insomma che Lei stia buona e pregano perchè la Procura non dia inizio al processo prima della prossima primavera quando, secondo previsione, si terranno le elezioni politiche. Dopo, la Raggi può anche cadere, perchè se vince il Movimento, il fatto non preoccuperebbe più di tanto.
Ma il Movimento vincerà? E la Procura di Roma attenderà, per processare Raggi, che siano passate le elezioni? E, soprattutto, la Raggi, osserverà la consegna grillina di non governare Roma ( finora è stata bravissima per questo), anzi di restare muta e immobile, per non fare danni?
Le incognite sono tante; ma la più grande di tutte è il gradimento ed il consenso che, secondo i sondaggi, la 'ggente' dà ai grillini ed ai loro governanti, definiti 'Incapaci' anche da Colomban, messo a vigilare a Roma sulle partecipate (ed anche sulla Raggi) dalla 'Grillo & Casaleggio Associati', l'altro ieri, alla vigilia di lasciare il suo incarico.
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