Due cattive notizie, arrivate quasi negli stessi giorni, riguardano Giuseppe Verdi, il suo immenso prezioso lascito documentale, sia musicale che epistolario - e sempre di mezzo ci sono i soldi - che rischia di essere disperso e di nuovo vietato agli studiosi.
Alla fine di questo mese andrà all'asta a Londra, presso Sotheby's, una intera collezione, di cui non si conosce il proprietario che vuole disfarsene, che comprende lettere di Verdi ( al librettista Cammarano, ben 36 lettere), il primo abbozzo di Ernani, foto, cartoline, spartiti con autografi. E non finisce con Verdi, perché il collezionista proprietario aveva messo insieme nel tempo, anche autografi di altri musicisti, fra cui Beethoven, Mozart, Bellini ecc...
L'interesse maggiore, da parte degli studiosi, è soprattutto per Verdi, sia per l'abbozzo dell'Ernani ( per l'incidenza che potrebbe avere sull'edizione critica) che, sopratutto, per quel bel gruppo di lettere che dovrebbe far ridisegnare ed ampliare l'epistolario verdiano relativo pubblicato una quindicina di anni fa, a cura dell'Istituto Nazionale di Studi Verdiani di Parma, che ora è presieduto, per volontà dello Spirito Santo, oltre che per la sua ciclopica conoscenza verdiana, da Nicola Sani, e diretto dalla a sua volta graziata dall'unto dello Spirito Santo, Sani, e per la sua altrettanto ciclopica conoscenza di Verdi, da Alessandra Carlotta Pellegrini. Pare che il nome della Pellegrini a Sani sia stato suggerito in sogno da Giacinto Scelsi, al quale Sani è stato legatissimo prima di essere legato, per volere superiore, a Verdi. I quali, sia Sani che Pellegrini - direttrice scientifica dell'Istituto - nessuno è andato a sentire per conoscere il parere sulla questione, preferendo a loro due, uno studioso verdiano riconosciuto, con il quale lo Spirito Santo c'entra poco o nulla, come Fabrizio Della Seta. Il quale s'è detto preoccupato per la possibilità che tali documenti prendano strade strane, negandosi all'esame degli studiosi, e perciò ha chiesto aiuto alle istituzioni italiane, Ministero di Franceschini compreso, perchè acquistino quei documenti, che verranno proposti e forse anche aggiudicati per alcune centinaia di migliaia di Euro appena: 2-300.000. L'appello di Della Seta si rivolge soprattutto a quei mecenati ( anche gli stessi, perchè no: ENI, Banca Intesa) che qualche anno fa acquistarono i documenti verdiani appartenuti a Toscanini, e li donarono al Museo della Scala.
Mentre l'Istituto Nazionale di Studi Verdiani di Parma ed i suoi vertici tacciono e non sappiamo ancora se qualche mecenate raccoglierà l'appello-invito di Della Seta, una seconda notizia , anche questa brutta, colpisce Giuseppe Verdi.
La Regione Emilia Romagna ha deciso che un famoso e misterioso baule contenente oltre duemilaseicento documenti verdiani, può tornare a disposizione degli eredi del musicista, una delle quali è anche presidente onorario dell'Istituto verdiano di Parma. Ma il Ministero di Franceschini s'è fatto sentire, in qualche maniera rendendo inefficace la decisione della Regione, quando ha assicurato che il famoso 'baule verdiano' sarà custodito intanto presso l'Archivio di Stato, per inventariarne il contenuto, allo scopo di renderlo accessibile agli studiosi.
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