mercoledì 4 ottobre 2017

Bersani e Speranza in Italia, Felipe VI in Spagna: per tutti loro, ieri, una giornata di ordinaria follia. Da dimenticare!

Qualche volta la tempistica è una buona lente per esaminare fatti e persone apparentemente lontane nello spazio, se si fanno vive nella medesima giornata.

E' accaduto in Spagna con il discorso alla nzione del giovane, inadeguato re, Felipe VI, che   soffia sul fuoco che è già divampato fra il governo centrale e la Catalogna, Madrid e Barcellona. E questo, detto fra parentesi, mentre quel povero disgraziato di suo padre si fa beccare dai fotografi in Irlanda (?)  a spassarsela con la sua amante di sempre. Che figura!

Il  giovane re di Spagna ha appoggiato, IRRESPONSABILMENTE, in tutto e per tutto, la linea guerrigliera di Rajoy: la Catalogna si è comportata irresponsabilmente, ha detto, il governo centrale ha agito come doveva, la Catalogna non può dichiarare autonomamente ed unilateralmente la indipendenza da Madrid, e se lo farà, Madrid potrebbe, Costituzione alla mano, destituire il capo del governo catalano e tutto il suo gabinetto ed inviare la polizia a Barcellona.
 C'era bisogno di un simile intervento, mentre da tutto il mondo arrivano inviti al governo spagnolo perché tratti con Barcellona, per non arrivare ad un punto di non ritorno, con lo spettro della guerra civile?
Non c'era bisogno no, eppure l'ha fatto, ed ora non potrà più dire, se accadrà - come nessuno si augura, ma potrebbe -  l'irreparabile; che farà Felipe, il giovane re con moglie e figli che la Spagna mantiene, nonostante gli scandali della sua famiglia e perfino dell'Infanta che avrebbe coperto - secondo fondati  sospetti - suo marito che ha compiuto errori gravissimi, veri e propri reati finanziari?

Ora c'è da augurarsi che, almeno lontano dai riflettori, si adoperi il re inesperto affinchè Madrid e Barcellona si incontrino e vengano ad un accordo onorevole per entrambi, visto che entrambi hanno sbagliato.

In Italia, due principini, neanche reucci, si sono voluti allontanare dal palazzo reale della politica dove vivevano in tutta tranquillità, Bersani e Speranza,  e cominciano a rivelarsi per quello che sono. Cioè, come tutti gli altri politici, interessati soprattutto a se stessi, mentre ipocritamente e apertamente vanno dichiarando interesse per  il bene del paese. Perfino Pisapia, dissociandosi da loro, li ha invitati a star tranquilli ed a ripensarci.
 Dopo aver ascoltato la relazione di Padoan,  in Parlamento, sulla prossima manovra finanziaria, si sono chiamati letteralmente fuori dalle forze politiche che appoggiano il governo, mettendolo di fatto in difficoltà proprio quando occorre unità e tempestività di decisioni per non finire nel cosiddetto 'esercizio provvisorio' che all'Italia creerebbe ancora altri problemi, proprio mentre si comincia a vedere la fine della crisi.

 Loro, naturalmente, non si fanno beccare con le amanti, come quel poveraccio del re di Spagna padre di Felipe VI, mentre sarebbe auspicabile che dedicassero un pò del loro tempo alle amanti;  tutti gli augurerebbero sinceramente di averle, per stemperare la eccessiva animosità che mettono nell'azione politica. Ed anche  per godersi qualche attimo di distrazione dalla loro lotta, davvero perversa, contro un governo che sta cercando di fare come meglio può, senza clamori ed inutili proclami di guerra, il bene per questo grande ma singolarissimo paese. 

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