All'indomani della seconda guerra mondiale Fratelli d'Italia (testo di Goffredo Mameli, musica di Michele Novaro) fu assunto, anche a seguito dell'uso che se ne cominciò a fare nelle manifestazioni ufficiale, come inno nazionale italiano PROVVISORIO. E tale è rimasto per tutti questi anni, anche dopo che i vari Presidenti della repubblica, e Ciampi più di tutti, hanno dato un grande impulso perchè diventasse, attraverso apposita legge, definitivamente inno nazionale. Senza riuscirci.
Ogni volta che il problema veniva affrontato, come nelle occasioni di concomitanti ricorrenze nazionali legate all'unità del paese, c'era sempre qualche poveretto che non trovava argomento migliore per impegnare le sue ridotte capacità intellettive, se non quello di proporre come alternativa a Fratelli d'Italia, ora O sole mio, ora Va pensiero, e perfino l'ipotesi di domandare ad un musicista vivente di scriverne uno. Sia il testo che la musica ovviamente. Per fortuna che quest'ultima proposta non ha mai avuto sbocco reale, perchè altrimenti avrebbe riacceso il carosello delle discussioni intorno al testo ed alla musica e sarebbero passati, nel frattempo, forse altri settant'anni
Le ipotesi alternative, per fortuna, ma dopo lunghissime discussioni, sono state bocciate da una analisi un pò meno becera delle proposte. Riccardo Muti è intervenuto per far capire a quei sapientoni delle Lega, maggiori ma inconsapevoli sostenitori del coro verdiano, che Va pensiero è un canto di nostalgia di un popolo schiavo in esilio. E a quel punto agli italiani che non lesinano mai autocritiche, il proporci anche agli occhi del mondo come popolo di schiavi, bastonati, ed esiliati, è parso troppo.
O sole mio è stato giustamente accantonato per non perpetuare l'idiota mito dell'Italia paese del sole e degli spaghetti - ma anche della mafia, avrebbero sicuramente aggiunto i nostri cugini vicini e lontani che non perdono occasione per denigrarci - qualche volta non senza ragione.
Dunque l'attenzione si è focalizzata sul tanto vituperato Fratelli d'Italia che alla fine, anche perchè adottato ormai universalmente nel nostro paese, è diventato di fatto l'inno nazionale, il cui riconoscimento nessuno più mette in discussione.
E così ,forse, con il passaggio definitivo al Senato che si attende nelle prossime ore, Fratelli d'Italia diverrà definitivamente, per legge, il nostro Inno nazionale. Si sono dovuti attendere appena una settantina d'anni, durante i quali il Parlamento e l'opinione pubblica ha avuto molto altro da fare.
Il destino, però, ha giocato un bruto scherzo a tale tardiva decisione (ammesso che la legge passi al Senato). E cioè che la sua assunzione definitiva arriva proprio quando cominciano a manifestarsi spinte autonomiste. Hanno cominciato il Veneto e la Lombardia; alle quali rischia di accodarsi anche la Puglia del governatore Emiliano.
E non è da scartare l'idea che quelle regioni un giorno possano chiedere, insieme a tanto altro allo Stato centrale, che Fratelli d'Italia, nelle manifestazioni ufficiali dei rispettivi territori, venga sostituito da O mia bela Madunina o da La biondina in gondoleta. In Italia, mai dire mai, in qualunque settore e per qualunque caso.
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