Anche ieri La 7 ed il direttore del suo telegiornale, Enrico Mentana, hanno mostrato a tutte le altre reti televisive, cosa voglia dire fare 'servizio pubblico'. Mentana certo è uno stakanovista dell'informazione e per una rete come La 7 che sull'informazione soprattutto si gioca le sue carte migliori, l'instancabile intraprendenza del direttore del suo telegiornale è una manna dal cielo.
Però, c'è anche da dire che Mentana è stato l'unico a fornire l'informazione necessaria su un fatto non di poco conto, come il referendum sull'indipendenza della Catalogna. E che tale fosse lo ha dimostrato sia la cieca repressione di Rajoy e del suo 'non governo', sia l'affluenza alle urne nonostante tutto, come anche la valanga dei 'si', oltre due milioni, e, infine, le dichiarazioni dei responsabili politici del 'governo' catalano che, appena chiuse le urne, si sono affrettati a parlare di 'Repubblica catalana' e del suo parlamento che oggi, già oggi, potrebbe dichiarare la sua indipendenza da Madrid.
Le istituzioni europee si sono comportate come le reti televisive italiane: si sono voltate dall'altra parte e, per ora, hanno taciuto, prendendo tempo; lo hanno fatto ancora ieri per tutta la giornata, non ascoltando gli esponenti indipendentisti catalani che si sono appellati apertamente alle istituzioni internazionali senza il cui riconoscimento la determinazione all'indipendenza catalana sarebbe vana o zoppa. Naturalmente ci sono poi infiniti problemi di carattere sia giuridico che economico dei quali è ancora presto parlare, ma che agli indipendentisti creeranno sicuramente molti più problemi di quanti la loro determinazione per il distacco non ne risolverebbe.
Come le istituzioni europee, tutte le televisioni italiane hanno continuato con i giochini, le canzoni, i grandi fratelli, le fiction - che palle la fiction con Gianni Morandi: un lunghissimo spottone dell'ente del turismo sardo: sono queste le fiction cui pensa Franceschini con la sua strigliata e sanzioni annesse alle televisioni perchè trasmettano ed investano sul prodotto italiano? Se vogliamo poi parlare anche di Fabio Fazio, detto 'Fabbio', noteremo che la banalità dell'esibizione di quel fenomeno di ragazza che è Bebe Vio; perchè Fabbio non s'è guardato, prima di invitare Bebe Vio, l'intervista intelligente che le ha fatto PIF, per il suo programma 'marziano', qualche settimana fa?
E, infine, Di Maio. La Spagna, Madrid, non Barcellon che di guai ne ha già, avrebbe bisogno, appena Rajoy si dimette - cosa che probabilmente ed inevitabilmente farà quanto prima, non avendo saputo gestire la partita referendaria catalana - avrebbe bisogno di un premier 'decisionista e riformatore' come Di Maio che l'Italia, per cristiana carità, cederebbe volentieri ai fratelli spagnoli perchè risolva ogni loro problema, ma non prima che abbia riformato tutto nel nostro paese, dalla Costituzione in giù, come ha fatto capire chiaramente che si prepara a fare parlando ai sindacati: 'o vi autoriformate voi o ci penserò io, appena insediato a Palazzo Chigi'.
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