venerdì 20 ottobre 2017

Il padre della sottosegretaria Maria Elena Boschi, ex vicepresidente di Banca Etruria, è attualmente INCAPIENTE, come i numerosi piccoli investitori, imbrogliati dalla sua banca e finiti sul lastrico

Non sappiamo se quello che abbiamo letto  oggi sul Fatto Quotidiano, a proposito della 'sfiducia' cosiddetta, a Visco, Governtaore di Bankitalia, corrisponda al vero oppure no. Noi lo prendiamo per vero,  sia per il peso delle affermazioni riguardanti l'ex vice presidente di Banca Etruria, padre della sottosegretaria Boschi, e sia anche perché se vere non fossero, quelli del Fatto questa volta una bella denuncia se la beccherebbero dalla Boschi,  diversamente da quello che ha fatto con De Bortoli, contro il quale, per lo stesso caso, una denuncia l'aveva  annunciata e mai  presentata.

Abbiamo letto che al padre della sottosegretaria, alto dirigente e per un periodo anche vice presidente di Banca Etruria, sono state comminate da Bankitalia, delle multe, tre in tutto per un valore di poco sotto 500.000 Euro, per il pagamento delle quali, egli si è dichiarato INCAPIENTE. Aggettivo che noi, prima di leggere il Fatto, ad orecchio, spiegavamo come di uno 'che non capisce'. E invece no, il termine sta ad indicare che il padre della sottosegretaria, che ovviamente ha capito tutto,  non ha i soldi per pagare quelle multe. Insomma è un nullatenente.

 La cosa suona strana, per diverse ragioni. La prima è che, nonostante i  numerosi inviti di Bankitalia - come risulta da alcuni documenti che Visco ha consegnato alla Commissione parlamentare - i dirigenti della Banca toscana non si tagliarono stipendi ed emolumenti ed anche premi, perfino negli anni in cui alla Vigilanza appariva chiaro che la banca navigasse in bruttissine acque. Loro, tra i quali anche il padre della Boschi, continuavano a festeggiare alla faccia dei risparmiatori che avevano truffato facendo loro acquistare titoli che poi si sono rivelati carta straccia. Dunque quei soldi dove li ha nascosti il padre della Boschi? Che c'ha fatto per averli spesi tutti tanto da non poter pagare  appena 500.000 Euro?

E l'altra ragione è che, già qualche settimana fa, i giornali avevano rivelato che negli ultimi tempi, i dirigenti della Banca toscana, ma non solo loro - si pensi al caso di Zonin - avevano passato la proprietà di beni immobili ed anche mobili ad altri membri della famiglia che non potevano essere ritenuti responsabili dei reati  commessi dai diretti interessati. E così avrebbero messo al sicuro i loro patrimoni, parte dei quali guadagnati sicuramente attraverso veri e propri furti.

Inoltre il Commissario di Banca Etruria ha chiesto a diversi amministratori dell'Istituto di credito di restituire alcuni milioni di Euro, del cui ammanco, a danno dei risparmiatori, li ha ritenuti responsabili.

 E comunque non hanno i Boschi una bella villa, dove abitano,  come si conviene ad un banchiere ed alla famiglia di un politico in vista? E non è la stessa cosa nel caso della lussuosa residenza in cui vive Zonin, la cui proprietà egli ha passato ai suoi famigliari?

Perchè la magistratura persegue con  sollecitudine e tenacia piccoli delinquenti e ladruncoli,  e non è altrettanto sollecita e decisa nel perseguire, una volta individuati, ladroni e delinquenti abituali in doppiopetto?

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