L'ex comico, ora non più 'ex' , Beppe Grillo, nei giorni scorsi è calato a Roma, insediandosi nel suo camerino dell'Hotel Forum, dove ha ricevuto le visite di numerosi suoi ammiratori, ai quali ha dispensato solo autografi. Ma quando s'è trattato di uscire sul palcoscenico e iniziare lo show previsto, in Piazza Montecitorio, che era poi la ragione della sua calata a Roma, non si è fatto vedere ed ha rimandato, forse cancellato, lo show. Perchè davanti al suo palcoscenico, di fronte alla Camera dei Deputati, c'era poca gente.
Un comico, però, dovrebbe sapere, che uno spettacolo in programma si deve fare comunque anche se in sala c'è un solo spettatore pagante, come è accaduto tantissime volte - se ne ricordano episodi storici.
Davanti al palcoscenico allestito per l'occasione per lui in Piazza Montecitorio di spettatori ce n'erano più d'uno ma non in numero sufficiente a soddisfare le mire di un comico, non più ex, che pensava di rientrare alla grande, davanti ad un mare di folla, a svolgere la sua antica professione, smessa solo per un pò, per correre dietro alla illusione di poter diventare da comico capopopolo.
E allora al suo posto sono stati costretti ad esibirsi, a più riprese, molti membri della sua compagnia. Perfino Virginia Raggi che, per una migliore sorte, avrebbe dovuto nascondersi dietro le quinte. Ma lei, che ha anche imparato il mestiere della sfacciataggine meglio di quello di sindaca, è andata sul palco, ha preso il microfono ed ha fatto la sua recitina. Vergognosa.
"Non si cambia così la legge elettorale" - ha arringato la folla, guadagnandosi applausi e cori di approvazione, più per il governo di Roma che per il suo discorso improvvisato. "E' un metodo vergognoso. Il Parlamento è stato imbavagliato e la volontà dei cittadini ignorata".
E poi giù dal palco le strette di mano e selfie. Ma dove ha preso tanto fiato per arringare la folla, mentre quotidianamente non riesce a dire una sola parola sulla sua inefficienza di amministratrice, sottolineata ancora ieri da un altro pezzo della sua squadra che va via, Colomban (addetto, per volontà della ditta Grillo&Casaleggio alle Partecipate del Comune), che, salutandoli, ha accusato i Cinquestelle di incapacità a governare?
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