Sul Corriere di oggi, Aldo Cazzullo vice direttore del giornale di proprietà RCS - Cairo editore! - intervista Giovanni Minoli che, a giorni, torna con il suo programma - alla seconda edizione - su La7- Cairo editore. Il quale può vantare anche un critico televisivo come Aldo Grasso, che nessuno si azzarderebbe a criticare, neppure quando non critica - e come potrebbe? - o critica benevolmente - potrebbe fare altrimenti? - i programmi della tv del suo editore, che un bel gruppetto di suoi giornalisti ha piazzato e piazza in molte trasmissioni a qualunque ora del giorno. E non solo a La 7.
Ma adesso non ci interessa parlare della tv di Cairo o di Grasso, bensì di Giovanni Minoli, l'intervistato speciale del Corriere. Il quale, sollecitato da Cazzullo, racconta - non per la prima volta - la sua storia professionale. Soffermandosi anche su un punto sul quale chissà quante altre volte è stato pizzicato, quello delle raccomandazioni, sia attive che passive.
Dando ad intenderci che lui mai e poi mai si sarebbe fatto raccomandare, smentito da Luigi Gubitosi direttore generale della Rai che dichiarò che non ricordava più, tanto era lungo, l'elenco di coloro che lo avevano raccomandato, prima di incontralo. Lui non si sarebbe mai fatto raccomandare e tutti quelli che lo hanno raccomandato, l'hanno fatto evidentemente, 'a sua insaputa'; e l'essersi sposato con Matilde Bernabei, figlia di uno, Ettore, che non ha mai avuto nessun potere in Italia ed in Rai, non gli è stato mai di aiuto, semmai il contrario. E, proseguendo, forte di questa educazione, lui non ha mai raccomandato a se stesso sua figlia, Giulia, portandosela a lavorare in Rai, come, invece, ha fatto Piero Angela con suo figlio Alberto, che - ammette Minoli - è bravo. Se avesse fatto altrettanto l'avrebbero fucilato sulla pubblica piazza. Un momento.
Sua figlia Giulia, figlia anche di Matilde Bernabei e nipote di Ettore, anche a Lei quel doppio cognome è stato di ostacolo alla carriera, prima che lo rimuovesse, dopo che ha lasciato il tetto di famiglia, Salvo Nastasi, che, invece, essendo anche lui un signor nessuno - come signori 'nessuno' sono Giovanni Minoli, Matilde ed Ettore Bernabei, ha finalmente fatto valere e mettere a frutto le sue capacità, senza bisogno di aiutini. Andiamoci piano.
Giovanni Minoli, in arte 'Mixer', fa entrare nel mondo del lavoro, sua figlia Giulia, in occasione del terremoto aquilano, quando convince l'allora capo della protezione civile, Bertolaso, il quale coinvolge Nastasi, a dare agli aquilani terremotati anche cibo e nutrimento per le loro anime, ottenendo anche che fra le mani incaricate di porgere tale cibo spirituale, ci fosero anche quelle immacolate della giovane Giulia. In quello stesso periodo, ma non ricordiamo con esattezza se prima dopo o durante, la giovane Giulia, preso il volo, fonda una società dal titolo significativo, ma in inglese che però noi traduciamo: ' La crisi è una opportunità'. Inutile ironizzare sui destinatari di tale opportunità, che certamente erano i terremotati ma anche la giovane Minoli.
Le rovine aquilane e la disperazione e disgregazione dei cittadini furono l'occasione perchè Salvo incontrasse Giulia, e Giulia Salvo, i due si innamorassero e successivamente si sposassero, a Filicudi, testimone di nozze Gianni Letta che di Nastasi è padrino riconosciuto. Anche noi fummo testimoni della loro passione aquilana, della quale da subito si accorsero i più assidui frequentatoti dei due in quei giorni.
Una volta preso il volo, Giulia, senza nessun aiuto del padre e della madre e neppure del nonno - mai l'avrebbero aiutata, è contro la loro morale! - al fianco di Nastasi, si afferma come una grande imprenditrice di se stessa, anche attraverso quella sua società. Girerà, in seguito, per i teatri con uno spettacolo di educazione civica, con la regia della brava Emanuela Giordano, che fa parte per suo merito, della corte di Nastasi. Il quale è inviato a Napoli a commissariare il Teatro San Carlo nella bufera (in verità la storia della bufera che aveva investito il San Carlo ha ancora lati oscuri, perchè proprio Nastasi, negli anni di commissariamento, affermava che il sovrintendente Lanza Tomasi, mandato a casa dai venti di bufera, era stato un ottimo o grande addirittura sovrintendente. E se lo diceva lui che aveva guardato nelle pieghe della bufera occorreva credergli!).
Senonchè la sposina Giulia soffre della lontananza del maritino Salvo costretto a Napoli per molto tempo, tutto quello necessario per calmare le acque, che, una volta calmate, non sopportando più la lontananza della mogliettina, e non avendo più tanto da fare, si inventò un Museo del Teatro. Anche qui non si è mai chiarito da dove Nastasi prendesse i soldi per il Museo, visto che era stato mandato a sanare il buco di bilancio del teatro (oltre venti milioni di euro?). Fatto sta che, per non far più soffrire Giulia della lontananza, la chiamò a dirigere il Museo (coordinatrice e responsabile dei progetti speciali).
Da dove era venuta a Giulia la passione per l'arte? Ma come? Da suo padre che era stato nominato dallo stesso ministero dal quale dipendeva Nastasi (ne era direttore generale, in verità) direttore del Museo di Rivoli, in Piemonte?
Comunque Giulia viene assunta al San Carlo con uno stipendio - si disse - di seimila Euro circa mensili, con i quali elle doveva pagarsi viaggi e vitto e alloggio a Napoli, dove la vita costa molto e a lei in tasca restava ben poco.
Senonchè ad un certo punto quella nomina suscitò uno scandalo, per invidia!, e Nastasi amministratore correttissimo e la stessa Giulia, che non aveva certo bisogno di quel lavoro e neppure della raccomandazione del maritino, come anche di quei soldi, essendo ricca di suo, lasciarono Napoli.
Ora , per fortuna nostra e per mettere definitivamente a tacere le chiacchiere, Giulia e Salvo sono a Roma, dove hanno molto da fare con biberon e pappette. Auguri!
Chiuso il capitolo raccomandazioni, Giovanni Minoli apre quello delle sue scoperte da manager e giornalista. L'elenco che sciorina e che lo mette allo stesso livello di Pippo Baudo che in Rai ha scoperto praticamente tutti, termina con Sveva Sagramola, che da oltre vent'anni - sottolinea Minoli - fa da traino, la domenica, al TG 3 serale. Viva Minoli, abbasso le raccomandzioni.
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