Vi raccontiamo una storia di sopruso di tanti anni fa, che fa il paio con quella di questi giorni nella quale è coinvolto il PM Woodcock e che riguarda il caso Consip, sul quale le notizie pubblicate da Il Fatto Quotidiano, si fatica a capire chi può averle fornite.
La storia ha come protagonista Cesare Mazzonis, si svolse alla fine degli anni Settanta quando lui era direttore artistico dell'Orchestra sinfonica della RAI di Roma, e riguarda noi che allora muovevamo i primi passi nel mondo giornalistico per il quotidiano Paese Sera.
La storia ha come protagonista Cesare Mazzonis, si svolse alla fine degli anni Settanta quando lui era direttore artistico dell'Orchestra sinfonica della RAI di Roma, e riguarda noi che allora muovevamo i primi passi nel mondo giornalistico per il quotidiano Paese Sera.
Da giovane cronista, quale noi eravamo, entusiasta del suo nuovo lavoro, destinato all'edizione pomeridiana del celebre quotidiano, più esattamente alla ben nota pagina 'Stasera a Roma', governata da Riccardo Minuti, nel corso delle vacanze estive del 1979, domandammo al responsabile della redazione 'Spettacoli' se era interessato ad ospitare delle anticipazioni sulla imminente stagione dell'Orchestra sinfonica della RAI di Roma, guidata da Cesare Mazzonis, che ora per l'ennesima volta ( dopo Scala, Maggio Fiorentino, Orchestra Mozart) è tornato a dirigere la stagione dell'Orchestra sinfonica Nazionale della Rai, a Torino.
Alla risposta affermativa, contattammo Mazzonis, il quale ci fissò un appuntamento nel suo ufficio di Viale Mazzini, dove lo incontrammo alla data stabilita. Ci fornì alcune anticipazioni, non il calendario completo della stagione, secondo i patti, e noi confezionammo l'articolo e lo consegnammo al giornale, dove apparve immediatamente dopo. Nessuno disse nulla all'uscita del pezzo, tanto meno Mazzonis, visto che le notizie ce le aveva fornito proprio lui - chi altri avrebbe potuto? - assecondando il costume giornalistico di cercare notizie, prima che diventino di pubblico dominio.
Senonché quando ci fu la conferenza stampa, Cesare Mazzonis, evidentemente pentito, si ricordò delle anticipazioni uscite su Paese Sera, a seguito delle informazioni da lui stesso forniteci e chiese a Piero Dallamano, critico ufficiale del giornale, al quale collaborava anche Bruno Cagli, il nostro licenziamento - premettiamo che non fummo mai assunti, nonostante i due anni intensissimi di collaborazione - con la seguente motivazione: “se anche voi che siete giornali 'amici' (intendeva PCI) invalidate il senso della conferenza stampa - come noi avevamo fatto anticipando alcune notizie - allora... e perciò Acquafredda deve essere punito.
Vigliacco di un Mazzonis che se la prende con un giovane cronista. Dallamano acconsentì e chiamò, seduta stante, il responsabile degli 'Spettacoli' chiedendo che fossimo licenziati. La decisione ci venne comunicata immediatamente, e fu comunicata anche al responsabile della pagina 'Stasera a Roma' per la quale giornalmente lavoravamo, e cioè a Riccardo Minuti, il quale si oppose dicendo che potevamo continuare a scrivere per la sua pagina, pur con il divieto di scrivere sugli 'Spettacoli' che avevano ospitato quelle nostre anticipazioni, il cui materiale ci era stato fornito da Cesare Mazzonis - è bene ribadirlo.
Risulta dunque chiaro che se non fosse stato lo stesso Cesare Mazzonis a fornirci quelle notizie da nessun altro avremmo potuto averle.
Le analogie con il caso Consip nel quale è coinvolto il PM napoletano Woodcock, a causa della fuga di notizie, sono evidenti. Ora la magistratura romana, sta tentando di capire se oltre il PM napoletano, ci sia stato qualcun altro, a conoscenza degli atti, a passare a Marco Lillo, de Il Fatto quotidiano, notizie relative al caso. ma certamente il primo indiziato non può che essere il magistrato napoletano. E se non lui, qualcuno sul quale lui potrebbe -volontariamente (?) - non aver vigilato il giusto.
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