sabato 1 luglio 2017

Forse Fratelli d'Italia riuscirà a farsi riconoscere inno italiano nazionale, non più solo 'ufficiale'

Ci sono voluti  71 anni prima che Fratelli d'Italia, inno risorgimentale di Mameli-Novaro, assunto, dall'indomani della proclamazione della Repubblica, come inno ufficiale 'provvisorio', lo diventi finalmente 'definitivo'. Non è detta ancora l'ultima parola, ma può darsi che prima della fine della 17 legislatura, l'attuale, Fratelli d'Italia venga finalmente riconosciuto inno nazionale italiano.
 Perciò chi oggi si lamenta, fra quanti vivono, studiano o lavorano, e sono anche nati, del troppo tempo che la legge richiederebbe per ottenere la cittadinanza, si consoli con il lunghissimo tempo di attesa di Fratelli d'Italia.  Che da oltre settant'anni  fa le funzioni dell'inno nazionale senza essere definitivamente riconosciuto tale.

Una accelerazione a tale riconoscimento,  meglio. all'iter parlamentare per raggiungerlo, l'ha data un deputato-patriota di Fratelli d'Italia, il partito della Meloni, che di nome fa Gaetano Nastri, ed anche un altro, ma del PD. La proposta di legge dei due verrà esaminata a giorni nella Commissione 'Affari costituzionali'-  se l'affare si ingrossa ,chissà che trovi ostacoli sulla sua strada.
Anzi,  di ostacoli ne ha già trovati, perchè emendamenti sono stati presentati da altri due illustri parlamentari. Francesco Paolo Sisto  di Forza Italia, propone che Fratelli d'Italia venga denominato nella legge  inno 'nazionale' e non 'ufficiale' come  risulta dalla determinazione del Parlamento italiano del 12 ottobre 1946.

 Il deputato centrista Gian Luigi Gigli, altro parlamentare dalla storia gloriosissima, di emendamenti ne ha proposti due: uno per  abolire Fratelli d'ITalia; e l'altro per indire un concorso per un nuovo inno nazionale che prenda il posto dell'attuale,  non importa se ormai riconosciuto  ed insegnato anche nelle scuole.

 Gigli rispolvera la vecchia polemica su Fratelli d'Italia, una polemica che aveva spinto i più fantasiosi  ed acculturati fra parlamentari e capi partito, fra i quali primeggiava Bossi - il fondatore della Lega e padre del 'Trota', laureato a Tirana - a proporre i più svariati sostituti, da Va pensiero a O Sole mio, a  Volare.

Insomma per il nostro Gigli (psichiatra, succeduto a Casini nella presidenza del famoso 'Movimento per la vita') anche la strenua difesa dell'Inno nazionale operata da Ciampi è valsa a nulla, di fronte al suo manifesto attaccamento alla nazione, ai suoi valori e alle sue attuali emergenze.

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