domenica 9 luglio 2017

Donnarumma-Raiola hanno ottenuto dal Milan quello che Anzaldi (PD) chiede, senza successo, alla Rai. E gli agenti hanno troppo potere

Giggio ha fatto la stessa manfrina di Fabbio, Donnarumma come Fazio. In qualche modo, sì.
 Donnarumma, il giovane portiere del Milan, al quale non è riuscito di prendersi la maturità per andar dietro alla sirena che canta di soldi, gli è riuscito un colpo da maestro, per la verità non nuovo nell'ambiente sportivo come in molti altri. Ha tirato la corda lui e il suo agente, senza spezzarla, fino a quando non ha sfiancato i dirigenti rossoneri, che hanno mollato la presa, ed ha ottenuto da essi sia un lauto compenso - vi dice qualcosa questa tecnica? non l'ha messa in atto anche il nostro Fabbio 'predicatore' ? - che l'assunzione di suo fratello, maggiore solo di anni e non di gloria, portiere anche lui.

Cosa chiede Anzaldi (PD) alla Rai, nell'ultima sua perorazione che, sicuramente come molte altre sue, andrà inascoltata? Chiede innanzitutto di verificare - e questo lo chiede ai giudici contabili - se il compenso di Fabbio è regolare. Ma poi chiede anche di depotenziare gli agenti delle star (vere o presunte) nelle contrattazioni  con la Rai. Non solo, chiede anche - e questo ci pare anche sacrosanto - che qualora un agente abbia piazzato in Rai un suo cavallo di razza, non gli metta accanto altri cavalli della sua stessa agenzia, che in nessun  altro posto riuscirebbe a piazzare senza il cavallo di razza, o sedicente tale. Nel caso poi di Fabbio,  Anzaldi contesta il fatto che la produzione del suo programma sia passato da Endemol a Magnolia, della quale il Fabbio 'predicatore' detiene il 50% della proprietà.  Insomma per avere il grande Fabbio la Rai deve pagare lui,  pagare il suo agente, Caschetto ( al quale Fabbio,  con prosopopea e sfacciataggine, ha fatto in diretta gli auguri per il compleanno; mentre molti si saranno chiesti: Caschetto, chi é costui?) e pagare anche la sua casa di produzione, Magnolia,  produttrice e proprietaria del format di 'che tempo che fa'. Mamma mia che format. C'ha anche un proprietario, e c'era anche prima di 'fuori' ecc...: il format delle interviste singole e di gruppo.

In questi giorni più di un critico televisivo, quelli del Corriere e dell'Espresso ad esempio, avrebbero consigliato - magari fuori tempo massimo - alla Rai di non perdere tempo con Fabbio, che non è il vero cavallo di razza, ma di impiegarlo il tempo per  mettere in pista, dopo anni di assenza, il vero mattatore: Fiorello - come ha dimostrato in questa ultime settimane anche partecipando all'ultima puntata di Fabbio.  Fiorello  è la vera star, sul suo ritorno in Rai, anche il nuovo direttore generale dovrebbe darsi da fare. E' lui il nuovo, ammesso che il nuovo sicuro interessi alla Rai.

Ma la vicenda di Dommarumma e del suo agente, come anche di Fabbio con Caschetto ci hanno fatto venire in mente che una strategia simile praticano da sempre gli agenti degli artisti, anche in campo musicale. Nelle loro trattative ti danno un asso, te lo fanno magari pagare un pò scontato ma poi ti obbligano a prendere anche qualche scartina. Tutto questo accade soprattutto con le istituzioni 'di provincia' che vogliono il grande nome e non badano a spese ed anche a ricatti, perché nelle istituzioni che contano le star  che sono tali devono per forza esserci, per continuare ad essere considerate tali e vengono pagate meno - così si dice.

Gli agenti dei musicisti, per scendere nel particolare, quando mettono dei propri rappresentati in posti di comando, sono doppiamente felici. Mettiamo il caso di Pappano, stella della IMG Artists, nella quale ha fatto pratica anche una stella, ma non di palcoscenico, che va per la maggiore e non solo in Italia, Paolo Petrocelli.

Con Pappano ai vertici del Covent Garden e di Santa Cecilia, è evidente che la IMG ha più spazio di trattativa nel piazzare i propri artisti. E' altrettanto evidente che Pappano non si fa  manipolare come vorrebbe far pensare il nostro esempio, ma resta il fatto che gli artisti della IMG popolano le stagioni di Santa Cecilia, e, siamo sicuri, anche quelle del Covent Garden che non conosciamo nel dettaglio, come, del resto, anche di molte altre grandi istituzioni.

Perchè la IMG lavora solo per grandi artisti. Quelli che sono agli inizi di carriera - dei quali si vanta di essersi occupato il Petrocelli  nel suo curriculum che fa impallidire non solo il nostro di curriculm, ma noi stessi che siamo letteralmente spalliditi alla sola lettura, anche per la fatica di star dietro a tutte quelle lingue - difficilmente sono rappresentati dalla IMG, prima di avere già una agenda fitta di impegni autoprodotti.

E con questo si capisce  che gli agenti sono certamente utili per dirigere il traffico di una star arrivata, ma sono invece deleteri per i giovani che si affacciano alla professione, anche se hanno capacità e meriti.

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