Non ci sarà bisogno di attendere l'uscita del film documentario sui sessant'anni del Festival fondato ed INVENTATO da Gian Carlo Menotti per avere conferma che si chiuderà con l'autocelebrazione dell'attuale direttore del festival, ormai da dieci anni, e che lo sarà ancora per almeno altri tre, essendovi stato appena riconfermato, Giorgio Ferrara.
Non ci sarà bisogno di attendere l'uscita del film documentario, perché ieri, a conclusione del festival Giorgio Ferrara si è attribuito il 'Premio Carla Fendi' che nelle passate edizioni ha premiato personalità della cultura dell'arte e dello spettacolo.
Tutti contenti, a cominciare dal ministro Franceschini che in Ferrara ha salutato il salvatore del festival, al sindaco di Spoleto che gongola per il rinnovo dell'incarico di Ferrara per altri tre anni, il quale ha anche annunciato che prossimamente il festival non si celebrerà solo nel periodo estivo, ma avrà propaggini ed anticipazioni anche negli altri mesi dell'anno, perché Spoleto è una città bellissima da visitarsi in qualunque stagione.
Unica nota stonata il solito Valerio Cappelli del Corriere della Sera che, anticipando il concerto in piazza di Riccardo Muti, ha voluto rifare i conti delle presenze a Spoleto, che Ferrara ha diramato a suo favore: come poteva il festival anche nelle sue peggiori stagioni, quelle a guida Francis Menotti, ha scritto Cappelli, fare solo 5.000 spettatori, se il solo Concerto in Piazza, sempre ambitissimo, ne prevede 2500? Se fossero vere quelle cifre vorrebbero dire che in tutte le altre giornate del festival gli spettacoli sarebbero andati deserti. Il che, anche sotto la gestione Francis, non era vero. Questo gli ha detto a Giorgio Ferrara che canta vittoria su tutto e tutti, quando dice che lui ha portato le presenze dalle 5.000 di Francis Menotti alle 80.000 di oggi ( ed anche su queste cifre che ogni anno vengono gonfiate a piacimento, viene il dubbio che vengano quasi sempre arrotondate per eccesso).
Ci piacerebbe che la stessa meticolosa cura nel verificare le cifre degli spettatori e degli incassi, Cappelli la mettesse anche nei riguardi di altre istituzioni. Noi, modestamente, lo abbiamo fatto nei riguardi dell'Opera di Roma, relativamente a Caracalla, per la cui stagione ogni anno Fuortes canta vittoria preventiva, mentre a consuntivo i conti non tornano. Ma, come si sa, i giornali hanno vita corta. Appena un giorno, e ciò che si è scritto il giorno prima non è detto che debba essere verificato il giorno dopo.
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