La Carmen a Caracalla, più che per i biglietti venduti - Fuortes, come suo solito, spara forte: ad oggi, a stagione appena iniziata, ha strombazzato, sono stati venduti 38.000 biglietti, mentre lo scorso anno, come oggi, i biglietti venduti erano stati appena 13.000; ma lui aveva cantato vittoria, anche l'anno scorso - fa notizia per una singolare protesta, quella dall'Ambasciata del Messico, dove la regista Carrasco ha ambientato l'opera.
"Grossolana e caricaturale la rappresentazione del nostro paese e delle sue tradizioni culturali. L'ambasciata del Messico esprime la sua sorpresa ed indignazione alle autorità dell'Opera per la inelegante e semplicistica rappresentazione del nostro paese'. La protesta è stata inviata anche al sindaco Raggi, presidente di diritto del Teatro dell'Opera.
Forse per la prima volta, il sovrintendente Fuortes, è riuscito nell'impresa di far protestare da un paese occidentale - il Messico è nell'Occidente?- elementi di una rappresentazione operistica. Non era mai accaduto prima in nessun altro luogo, che noi sappiamo. Tranne il caso di qualche anno fa, accaduto in Germania, quando un paese musulmano protestò per allusioni al profeta poco rispettose, contenute in una pièce teatrale od operistica, non ricordiamo.
La storia di Carmen è ambientata in parte in ambienti di contrabbandieri. Forse questo non è piaciuto ai messicani, che sanno bene che il loro paese è al centro del traffico di stupefacenti (il contrabbando in Carmen, riguarda altri settori, naturalmente). o c'è dell'altro? Non posiamo dirvi perché non abbiamo visto l'opera a Caracalla, né la vedremo, neanche per questa ragione.
Non sappiamo se la regista o il teatro abbia emesso un comunicato ufficiale di risposta. Ed anche questo ci interessa assai poco, fermo restando la nostra convinzione che la libertà di espressione, fatta salva la sensibilità delle persone, va comunque rispettata, anzi difesa.
Ci viene in mente la polemica di ugual segno che investì Charlie Hebdo, all'indomani dell'eccidio nella sua redazione di Parigi, a causa delle sue vignette satiriche ed irriverenti. Anche allora ci venne di difendere la libertà del settimanale, fatta salva ecc...ecc...
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