Ci siamo spesso chiesti perché mai alcuni interpreti - ma il discorso vale anche per i compositori - non attirino la stessa attenzione che i media riservano ad alcuni altri. Ce lo siamo chiesti anche ieri quando abbiamo letto e noi scritto di due interpreti sbattuti sulle prime pagine di importanti giornali come le rivelazioni del momento.
La risposta non è che una sola. Colpiscono i giornali di un artista, l' aspetto esteriore accattivante, specie se femminile ma anche quello maschile non guasta, atteggiamenti stravaganti ed altro...insomma molto più che la profondità dell'interpretazione e la completezza di interprete. La compostezza, la normalità esteriore insomma non attira e non paga. Se a questa si unisce poi anche la spigolosità del carattere di taluni, si ha il quadro completo del perché alcuni sì, non sempre meritevoli, ed altri no, più meritevoli dei precedenti.
Abbiamo tirato fuori dalla nostra memoria tre nomi di interpreti che dimostrano maturità, profondità, completezza, ma anche umiltà, che non hanno mai allettato quanto quelli di cui sopra. Ed alcuni dei quali addirittura scansati, perchè persone non facili, come lo sono spesso quelli meritevoli e di spessore.
Insomma il famoso marketing è incline a sacrificare la qualità vera per l'apparenza. E così interpreti che meriterebbero ben altra considerazione, complici i mezzi di comunicazione, sono ostracizzati dalla vita musicale non solo italiana; e in Italia, specie se connazionali, più che in ogni altro paese. Si spiegano così carriere meritatissime che in Italia sono perfino sconosciute anche alle istituzioni che dovrebbero indirizzare i mezzi di comunicazione, e che invece da questi e dal mercato si fanno consigliare e guidare.
Beatrice Rana ha avuto la fortuna fra quelli nominati di essere accolta per i suoi meriti, e solo per quelli, nel gran mondo della musica.
Non è accaduto, ad esempio, a Maria Perrotta che subito dopo essere stata scoperta, non più giovanissima, è tornata ai suoi studi ed alla vita concertistica, ma senza clamori.
Come non è accaduto anche a Giovanni Bellucci, pianista singolare, artista di grande rilievo, personalità multiforme, che ha avuto all'estero una grande carriera, commisurata ai suoi meriti, mentre in Italia solo apprezzamenti (veri e disinteressati) ma poca carriera. E l'anomalia continua.
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