Due anni, quanti ne sono trascorsi dalla vittoria a Salisburgo alla sua prima scrittura importante in Italia per Lorenzo Viotti, in fondo non sono tanto lunghi da passare. E comunque il giovane direttore, dal cognome familiare ha ora appena 27 anni e solo 25 ne aveva quando al Festival di Salisburgo fu laureato come miglior giovane direttore. Ora a quella vittoria sene è aggiunta una seconda: gli International Opera Awards e, forse, la sua carriera prenderà il volo e proseguirà, se il giovane direttore continuerà a studiare - cosa che dovrà fare sempre fino all'ultima sua lontanissima direzione, se vorrà restare, meritandoselo, sempre sul podio.
Lui forse del suo candore giovanile s'è fatto già i primi nemici in Italia, quando ha dichiarato alla Manin ( Corriere) che in Italia le uniche orchestre con cui si lavora bene, perchè professionali e disciplinate, sono Torino, Firenze e Santa Cecilia, oltre La Scala naturalmente.
Adesso tutte le altre o non lo inviteranno mai o lo inviteranno al più presto per smentire quanto ha detto, oppure non lo inviteranno e basta, come è più probabile. E forse farà così anche La Fenice che ebbe sue padre direttore stabile, magari accampando: 'alla famiglia abbiamo già dato'.
In questi giorni abbiamo letto anche di un altro direttore, del quale non conoscevamo neanche il nome ,italiano, Enrico Calesso, trevigiano, che ha lavorato stabilmente a Bregenz e nel teatro di Wurzburg, invitato a dirigere Traviata a fine anno alla Fenice.
E forse nei mesi ed anni prossimi accadrà ancora, secondo il principio che 'ti devi fare le ossa ed un nome all'estero per essere poi apprezzato in patria', di leggere di artisti sconosciuti da noi che fanno una bella carriera all'estero. Da dove, sempre più spesso, noi importiamo giovani di talento, mentre analoga attenzione non mostriamo verso i talenti nostri che, anche in campo musicale, preferiscono andare all'estero, perchè in Italia, accade molto sovente che se non sei figlio/a o marito/moglie o amante di questo o quel potente, sono c... - per dirla alla romana.
Di giovani italiani, anzi giovanissimi nel caso di uno di essi ( Battistoni) che fanno carriera in Italia ne conosciamo due. Battistoni, appunto, appena nominato a Genova, e Rustioni che fino all'altro ieri era a Firenze (Orchestra della Toscana) ed ora crediamo sia andato a lavorare all'estero.
Forse su Ciampa si sono appuntate molte speranze, mentre su Lanzillotta le speranze si sono dissolte.
Per non dire poi delle direttrici. Se si cerca in rete ce ne è una sfilza. Mai avremmo immaginato di tante di esse, tutte italiane. Però crediamo che su di esse, quelle con più chances, si accenda un fuoco di paglia, un fuoco di 'genere', che poi subito si spegne.
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