La procura di Napoli sta indagando sui privati che hanno avuto in gestioni alcuni importanti musei campani e che hanno fatto affari con i musei (solo lo Stato non ne è capace), ma contravvenendo ai patti che avevano sottoscritto al momento in cui hanno avuto in gestione quelle istituzioni. Tomaso Montanari, su Repubblica di ieri ha illustrato nei dettagli l'inchiesta e gli addebiti.
Nel caso specifico di Napoli, i privati sarebbero Mondadori, attraverso Electa, e Civita, di cui il gentiluomo di Sua santità, Gianni Letta, che non disdegna gli affari per sè, la sua famiglia ed i suoi padroni politici, è presidente.
La Procura di Napoli ipotizza un danno di quasi otto milioni di Euro, avendo i gestori privati sottoscritto l'accordo che prevedeva, in cambio dell'affidamento della gestione, l'impegno a metterci un milione di Euro ogni anno per sostenere iniziative espositive e promozionali presso quelle istituzioni loro affidate.
Iniziative ne sono state prese, ma pagate da altri privati, nelle vesti di sponsor. Ora la Procura chiede che quelle società versino allo Stato un milione per anno, negli otto che hanno gestito i musei napoletani o campani.
L'IDEA DI FAR ENTRARE I PRIVATI NELLA GESTIONE DEI NOSTRI BENI CULTURALI FU DEL PIU' GRANDE MINISTRO DELLA NOSTRA REPUBBLICA, RONCHEY.
Lo stesso ministro che quando si trattò di assegnare una caserma dismessa in quel di Santa Croce in Gerusalemme, che la logica voleva destinata all'attiguo Museo nazionale degli strumenti musicali, i cui magazzini scoppiavano di materiale che non poteva essere esposto per mancanza di spazi, preferì destinarvi in quella caserma un archivio cartaceo dello Stato. Alla faccia della sensibilità verso i nostri beni culturali e la loro difesa e conservazione. Comunqne, nonostante tutto, Ronchey continua ad essere ritenuto il più grande ministro della cultura della nostra repubblica. L'affermazione non sarebbe blasfema se consideriamo che fra gli ultimi ministri si sono avuti Bondi, il poeta menestrello del Cavaliere, e Galan, protettore di un ladro di libri - antichi - ma non a scopo di lettura o studio, ma per farci affari.
Affari che anche il 'gentiluomo di Sua Santità' ha sempre fatto per sé e per i suoi congiunti di sangue e non. Non è un mistero, ad esempio, che a 'Musica per Roma' - l'Auditorium romano- il 'gentiluomo di Sua Santità' è nel consiglio di amministrazione, ed è vice presidente dell'Accademia di Santa Cecilia che del complesso architettonico romano è inquilina privilegiata. Lo stesso complesso nel quale bar e ristoranti sono affidati - salvo novità dell'ultima ora, ma non ci sembra ve ne siano - in gestione a sua figlia ed al marito di Lei, Ottaviani (Relais le Jardin).
In questo caso il 'gentiluomo di Sua Santità' non ha ritenuto incongrua la sua presenza negli organi amministrativi di vertice di quelle istituzioni. Per fermarci ad un solo caso che autorevoli giornali in passato hanno illustrato in lungo e largo, e che noi, scherzosamente, abbiamo puntato con i nostri post 'antico gioco del letta' continuamente aggiornati, perchè il 'cardinale' - altro titolo onorifico di Letta Gianni- non sta fermo un minuto, è presente dappertutto, anche in situazioni di beneficienza, tanto per far distogliere agli altri l'attenzione dagli affari.
Avrà qualche rogna il 'gentiluomo di Sua santità' dall'inchiesta della Procura di Napoli? Ne dubitiamo, perchè da sempre, come un'anguilla viscida, è scivolato fuori da qualunque inchiesta, sempre indenne e senza macchia, come conviene ad un gentiluomo di Sua Santità. Che però non disdegna gli affari per sè, la sua famiglia e i suoi padrini politici.
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