All'indomani della vittoria, a sorpresa, di Macron alle elezioni presidenziali in Francia, tutti a dire che Renzi avrebbe voluto essere al suo posto, e che non potendo, ne avrebbe imitato la strategia alla prossima discesa in campo per le politiche del 2018. E Macron sarà stato orgoglioso nello scoprire di avere in Europa tanti ammiratori, imitatori e seguaci.
Ma accade che alla viglia della prima assemblea plenaria del Parlamento egli abbia riunito tutti gli eletti a Versailles per far loro un bel discorsetto, troppo lungo per sintetizzarlo in un post.
Nel corso del quale ha detto che le assemblee parlamentari francesi e l'omologo del nostro CNEL - esiste anche in Francia, non è bastato che si sia da tempo sancita la sua inutilità in Italia - saranno ridotte di 1/3 dei relativi componenti. Musica per le orecchie di Renzi che sì è pure intitolato il referendum, con la sconfitta che ne è seguita, per la trasformazione del Senato - ma lui avrebbe voluto anche ridurre il numero dei Parlamentari e chiudere il CNEL- per evitare il cosiddetto 'doppio' cameralismo, inutile a dire di tutti, prima che Renzi, l'invidiato di Dio, lo annunciasse.
Ora fra quelli che hanno votato no al referendum tanti plauderanno alla proposta di Macron che quella riforma può farla, anche se lo stesso Parlamento sarà recalcitrante, al contrario di Renzi che ha sempre trovato chi gli ha messo il bastone fra le ruote ed ha avuto sempre fra i piedi il Parlamento che , ovvio, mai avrebbe votato - per l'attaccamento alle istituzioni e agli interessi della Nazione - la sua eliminazione, e financo la semplice riduzione.
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