Papa Francesco nella sua opera di rinnovamento della Chiesa, dalla base ai vertici, si trova nella medesima situazione in cui in diversi casi, s'è trovata Virginia Raggi - absit iniuria verbis o, se si preferisce, si licet parva componere magnis - quando ha dovuto dimettere assessori, uno dopo l'altro, all'indomani della nomina, in un caso anche prima che la nomina avesse i suoi effetti giuridici, perché qualcuno, come Cantone o altri, gli aveva fatto notare che quell'assessore, appena nominato non aveva un passato proprio specchiato. E, perciò, era meglio mandarlo subito via prima che la magistratura tirasse fuori dai cassetti qualche faldone che lo riguardava.
Ora un magistrato in tonaca incaricato dell'anticorruzione, non figurerebbe male in Vaticano, dove Francesco ha dovuto licenziare il cardinale australiano Pell che egli aveva nominato ministro delle Finanze, nonostante le chiacchiere sulla presunta sua copertura a Sidney di preti pedofili. Lo ha rispedito in Australia perché si difenda da una accusa recente ancora più grave e cioè quella di aver molestato egli, molti anni fa, alcuni ragazzini nella sua diocesi.
Analogo provvedimento ha adottato anche contro il prefetto della Congregazione della dottrina della fede, il card. Mueller per sospetto di reato simile Al suo posto ha messo un gesuita, l'arcivescovo Ladaria Ferrer, già nei dicasteri vaticani. Sul quale una recente inchiesta dell'Espresso ha rivelato che nel caso di un sacerdote pedofilo, don Gianni Trotta, nella diocesi di Lucera, egli si raccomandò, da Roma, perché il caso non fosse reso noto, per non recare scandalo fra i fedeli. E la storia è restata segreta fino a quando quel sacerdote non è stato inquisito anche dalla magistratura ordinaria e condannato per pedofilia, reiterata anche dopo la sua riduzione allo stato laicale, ma che avrebbero potuto essere evitata se non ci fosse stato dal dicastero vaticano preposto l'invito a non divulgare la notizia. Ed ora Francesco potrebbe essere costretto a licenziare anche il sostituto del card. Mueller.
Ecco perché consigliamo a Papa Francesco di dotarsi di un dicastero dell'anticorruzione al quale domandare notizie dettagliate e complete sulla fedina dei candidati ai vari dicasteri. La quale fedina se non è proprio immacolata, Papa Francesco farebbe bene a cambiare candidato. E i fatti di queste ultime settimane ci fanno capire quanto la pedofilia sia disgraziatamente diffusa nel clero.
Noi però vogliamo subito chiarire una circostanza importante relativa ai seminari, dove l'opinione pubblica, sull'onda di queste ultime notizie, potrebbe esser indotta a pensare che la pedofilia, da parte dei sacerdoti adulti( superiori e professori) nei confronti degli studenti giovani e giovanissimi, fosse abituale e diffusa.
Noi che in seminario abbiamo passato buona parte della nostra gioventù - avendovi fatto le medie, il ginnasio, il liceo e i primi anni di teologia - possiamo attestare in tutta sincerità, che durante quei lunghi anni non abbiamo mai avuto notizia di episodi di pedofilia, o anche semplici tentativi, nè a nostro danno né di nostri compagni di studio. Mai.
E' invece assai probabile, come starebbero a dimostrare i recenti fatti di cronaca, che tendenze omosessuali represse e nascoste accuratamente negli anni di studio, una volta ordinati sacerdoti, molti esponenti del clero le abbiano manifestate senza pudore, indirizzandole talvolta anche verso rapporti pedofili. Ma in tutti quegli anni in cui abbiamo studiato in diversi seminari, lo ribadiamo, non siamo mai venuti a conoscenza di nessun caso di omosessualità manifesta e praticata ed ancor meno di pedofilia.
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