Ad oggi sarebbero stati venduti 38.000 biglietti dei 110.000 circa, quanti sono i posti disponibili della grande platea delle Terme romane ( 4.000 posti) considerando che fra opere, balletto ed extra ( Einaudi e Battiato), le serate di spettacolo quest'estate a Caracalla saranno in tutto 29. Fin qui le dichiarazioni di Fuortes, alla vigilia della prima dell'opera Carmen che avrà dieci repliche in tutto, contro le poche unità di Tosca e Nabucco - le due in tutto otto appena.
Non pensiamo che Fuortes abbia voluto dire che le dieci serate di Carmen erano ormai tutte esaurite, non gli crederemmo, anche perchè in quei 38.000 biglietti venduti ce ne saranno stati qualche migliaio delle tre serate con Einaudi e Battiato, e qualche altro migliaio per le altre due opere in cartellone, oltre che per Bolle, che solitamente fa il pienone, per la gioia degli amanti del balletto, e la piena soddisfazione degli sguardi voraci delle signore innamorate del fisico del noto ballerino.
Comunque, ad oggi, a stagione appena iniziata, un terzo dei biglietti disponibili, attenendoci sempre alle strombazzate di Fuortes, sarebbe stato venduto. Staremo a vedere se ugual sorte toccherà anche agli altri due terzi - e noi saremmo i primi a gioirne, ma non per Fuortes, ma per il teatro dell'Opera - che potranno finalmente far cantar vittoria, a battaglia finita, a Fuortes. Il quale solitamente, a distanza ravvicinata, per non raccontare anche di perdite e ferite, non pubblica mai il suo bollettino di guerra, mentre lo fa sempre molto tempo dopo, contando anche sulla scarsa memoria o benevolenza dei suoi ascoltatori, come fa anche con il bilancio del teatro.
Del quale bilancio il commissario governativo preposto al fondo 'salva teatri', ha scritto cose non proprio lusinghiere, nell'ultima sua relazione di qualche mese fa. Fuortes s'è difeso, con il bilancio chiuso in pareggio, ma il festival contemporaneo saltato, e con il buco pregresso che pian pianino ripianerà. Ammesso che riesca a far aumentare il pubblico, anche attraverso le sue 'operacamion', e diminuire le spese, mantenendo alta la produttività del teatro.
Intanto ha cancellato il festival che gli costava intorno al milione di Euro (giustificandolo con il diminuito finanziamento del Campidoglio, perciò nessun risparmio), ha cancellato il nuovo allestimento previsto per l'opera Un romano a Marte di Montalti-Compagno, ed ha cancellato dalla direzione artistica anche Giorgio Battistelli (strano che dopo le dichiarazioni di Fuortes: "non avrei dovuto assumerlo', Battistelli non si sia fatto sentire, replicando pubblicamente) ed anche i suoi concerti, risparmiando anche in questo caso, forse, altri due o trecento mila Euro in tutto, o forse più. Non è granchè, per ripianare un debito di una sessantina di milioni, ma da una parte, prima o poi, occorre cominciare.
Se pensa di rifarsi con le repliche e il noleggio dell'allestimento della costosissima Traviata, messa in scena da Sofia Coppola con i costumi di Valentino, finge di non sapere che un allestimento costoso come quello è stato ( quasi due milioni di Euro il costo complessivo - una enormità - che per legge non dovrebbe essere consentito!) prima che si ripaghi e cominci a rendere, occorre che ce ne passi di tempo.
Spero anch'io per l Opera di Roma e nn per il dott. Fuortes. È ora di finirla di far i fighi con i soldi pubblici. Un tetto ai costi degli allestimenti. Opere più che dignitose con poche migliaia di € si DEVONO fare.
RispondiEliminaPremesso che non si possono fare le nozze con i fichi secchi, è risaputo che si possono fare buone rappresentazioni senza spendere e spandere. Specie quando i soldi non sono di chi spende e spande, ma pubblici.
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