Le Royal Family d’Europa sono tutte molto attive in questo periodo dell’anno, quello che precede le feste di Natale e che li vede apparire spesso in pubblico tra eventi a tema, incontri e concerti. Se in molti aspettano il ritorno in pubblico di Kate Middleton la prossima settimana, dall’altro a prendere il posto della principessa inglese in qualità di icona fashion internazionale è stata Letizia di Spagna. La regina è volata a Bilbao con il marito Felipe VI per prendere parte alla prima dell’Opera ma ha pensato bene di stravolgere il dress code da gala: ecco chi ha firmato il suo abito color avorio.
sabato 30 novembre 2024
Il libro sui crimini di guerra ( da Quotidiano.Net, di Lorenzo Guadagnucci)
Non eravamo “brava gente“. Torna il libro sui crimini di guerra
Si deve soprattutto ad Angelo Del Boca e ai suoi pionieristici libri sul nostro colonialismo la progressiva decostruzione del mito degli “italiani brava gente“, l’idea cioè che i nostri soldati abbiano combattuto all’estero senza commettere crimini contro i civili, diversamente da quanto accaduto ad altri eserciti europei. Un mito, appunto. Con Del Boca, altri autori e altre opere hanno contribuito a definire un ritratto più realistico delle nostre imprese coloniali e belliche. Michael Palumbo nel 1989 firmò un documentario molto noto agli storici, Fascist Legacy (L’eredità del fascismo), trasmesso dalla Bbc, dedicato ai crimini compiuti dall’esercito italiano in Africa e nei Balcani e alla successiva protezione garantita, a guerra finita, ai generali destinatari di richieste di estradizione per essere processati, come presunti criminali di guerra, in Grecia, Jugoslavia, Etiopia. Palumbo scrisse anche un libro, L’olocausto rimosso, che Rizzoli pubblicò ma subito dopo ritirò nel 1992: troppo scomode, evidentemente, le verità che rivelava. Il libro torna dopo oltre trent’anni per Alegre col titolo Le atrocità di Mussolini, in giorni nei quali si parla degli imbarazzanti crimini di guerra contestati a un Paese amico. Storie dolorose ma che vanno conosciute e riconosciute.
Banana di Cattelan. L' acquirente miliardario cinese, Justin Sun, che l'ha pagata 6 milioni, l'ha mangiata davanti a giornalisti e curiosi
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Alla fine ha tenuto fede alla promessa Justin Sun. Il magnate e collezionista cinese, era passato alla cronaca per aver acquistato all’asta l’opera più discussa di Maurizio Cattelan, una banana intrappolata al muro con del nastro adesivo per circa 6 milioni di dollari: oggi ha deciso di mangiarla.
La storia della banana
‘Comedian’ si intitolava l’idea dell’artista presentata per la prima volta e venduta per 120mila dollari dalla galleria Perrotin alla fiera Art Basel Miami Beach. Un’istallazione che richiamò una folla spropositata di visitatori, tanto da costringerne la rimozione per motivi di gestione del flusso. ‘Comedian’ prima di avariarsi venne infatti mangiata una volta, riprodotta, e di nuovo mangiata. In fondo la sua versione originale non era altro che un frutto acquistato dall’artista per pochi centesimi in un supermercato in Florida ed è riuscita a dominare le cronache di tutto il mondo, e oggi è ancora ‘in vita’ con l’esemplare numero due di un’edizione di 3 copie più 2 prove d’artista.
Il collezionista mangia la banana di Cattelan: “Molto più gustosa delle altre”
Sun aveva anche ricevuto istruzioni precise per una corretta installazione e l’immancabile certificato di autenticità. Eppure ha deciso di mangiarla: “È molto più gustosa delle altre banane”, ha affermato davanti a giornalisti e curiosi che si sono radunati per assistere all’evento. Mentre qualcuno si domandava se fosse davanti alla distruzione del concepimento artistico o alla sua realizzazione
Giuli sceglie Gabriella Buontempo, ex signora Bocchino, produttrice cine tv, per il CSC, dopo Castellitto. I Fratelli d'Italia sono legatissimi alla 'famiglia'
Sarà con ogni probabilità la produttrice Gabriella Buontempo a succedere a Sergio Castellitto alla guida del Centro sperimentale di Cinematografia. Secondo l’indiscrezione pubblicata dal Foglio ,il ministro della Cultura Alessandro Giuli sarebbe in procinto di firmare il decreto di nomina.
Classe 1966, figlia della Napoli bene - suo padre Eugenio, di professione costruttore, fondò la prima linea aerea alternativa ad Alitalia - , una zia mecenate come Graziella Lonardo, è titolare insieme al socio Massimo Martino della Clemart, casa di produzione che ha nel suo portafogli fiction e film, molti dei quali acquistati dalla Rai: da I bastardi di Pizzofalcone aIl commissario Ricciardi .Vicepresidente dell’Apa, l’associazione produttori dell’audiovisivo, è l’ex moglie di Italo Bocchino, già deputato di An e Pdl, con cui ha avuto due figlie.
L'ultimo regalo di Fitto, prima di lasciare l'incarico in Italia, al nostro MInistero della Cultura: -90% di fondi ( Rai News)
Raffaele Fitto e Alessandro Giuli
Raffaele Fitto ha lasciato il ministero per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per andare a ricoprire il ruolo di vicepresidente della Commissione europea. Meloni lunedì deciderà come riassegnare le sue quattro deleghe, ma potrebbe anche tenere l'interim alla presidenza del Consiglio fino a dopo la manovra.
"Oggi ho rassegnato le dimissioni da ministro degli Affari Europei, del Pnrr, della coesione e del sud. Dal giorno del giuramento nelle mani del presidente della Repubblica Mattarella sono trascorsi due anni, intensi ed entusiasmanti". Così Fitto sui social.
L'ultimo atto da ministro di Fitto è stato un taglio quasi totale dei fondi FSC 2021-2027, una mannaia di cui si è discusso ieri durante il Consiglio dei ministri.
L’ammontare totale delle risorse provenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione è crollato: dai 31,3 miliardi della precedente programmazione a 5,7: in particolare al Ministero della Cultura resterebbero solo 171,8 milioni. Fitto avrebbe detto al titolare del dicastero, Alessandto Giuli: “Hai anche 4,2 miliardi del piano e altre risorse europee”, come riporta il quotidiano La Repubblica.
Il Partito Democratico chiede a Giuli di riferire in Parlamento
Il PD ha espresso preoccupazione in merito a questa riduzione che rischia di bloccare il lavoro del ministero. Irene Manzi, capogruppo del Pd in Commissione Cultura alla Camera, commenta: "Il drastico definanziamento delle risorse destinate alla cultura, giustificato dal mancato conseguimento delle obbligazioni giuridicamente vincolanti, rappresenta un colpo durissimo per i settori culturali. È indispensabile che il ministro Giuli chiarisca cosa non ha funzionato, esponga le ragioni di merito alla base di questa decisione e renda pubblico l'impatto concreto di questo taglio su ogni singolo intervento programmato. Un taglio drastico del 90% dei fondi del Fondo Sviluppo e Coesione di questa portata non si era mai visto e conferma un dato politico inequivocabile: Giuli è commissariato. Come spiegare altrimenti un ministro che prende atto di una decisione così grave alla vigilia della riunione del CIPESS che l'ha ratificata? La gestione del ministero negli ultimi due anni del governo Meloni si è rivelata del tutto incapace di attribuire un ruolo strategico alle politiche culturali, usate come semplice terreno di spartizione politica, a discapito del patrimonio e del futuro culturale del Paese. Giuli deve venire subito in Parlamento a spiegare quanto accaduto", conclude l'esponente dem.
Teatro alla Scala. i Sindacati bocciano Meyer
Cgil-Uil, clamoroso annullare all'ultimo il concerto alla Scala© Provided by ANSA
Protestano i sindacati della Scala Cgil e Uil dopo che il teatro ha cancellato solo all'ultimo il concerto pucciniano in programma il 29 novembre per lo sciopero generale a cui hanno aderito elementi di coro e orchestra e lo ha sostituito con una esibizione gratuita dei cantanti accompagnati dal pianoforte.
"Non possiamo nascondere - hanno scritto in un comunicato le rsa di Cgil e Uil - la nostra disapprovazione nei confronti della direzione del Teatro che, nonostante avesse avuto con molto anticipo notizia della proclamazione di sciopero, non ha pensato neppure di avvertire il pubblico dei possibili disagi, ignorando persino il fatto che alcuni responsabili di reparto avessero forzato fino all'ultimo le norme di legge, chiedendo ai dipendenti informazioni preventive sulla loro adesione o meno allo sciopero".
"Anche la decisione di annullare il concerto solo all'ultimo, con il pubblico già seduto in sala - hanno aggiunto - è stato un clamoroso tentativo di ignorare la prassi sindacale: già al mattino era chiaro che non ci sarebbero state le condizioni per andare in scena, data la grande adesione allo sciopero che aveva impedito la prova generale"'.
"Essendo stato proclamato lo sciopero su tutta la giornata lavorativa - hanno spiegato - non vi era alcun dubbio che lo spettacolo non si sarebbe potuto rappresentare. La direzione ha però preferito compiere altre scelte, creando disagio e confusione, di cui si assume tutta la responsabilità".
"Il sindacato esce dalla giornata di ieri più forte e più consapevole" hanno osservato ancora, avvertendo che "siamo all'inizio di un percorso sindacale che ci vede uniti nella richiesta di un forte cambio di rotta alla politica, per il settore dello spettacolo dal vivo, della cultura e per tutto il Paese'. (ANSA).
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