Per occupabilità e sostenibilità il Massachusetts Institute of Technology celebra tredici anni al primo posto, l'Imperial College London raggiunge il secondo posto, mentre l'Università di Oxford rimane al terzo posto e l'Università di Harvard al quarto. L'Università di Cambridge scende al quinto posto, perdendo tre posizioni. Sebbene Imperial College London avesse già occupato il secondo posto nel 2014, quell'anno era a pari merito con l'Università di Cambridge, mentre quest'anno è la prima volta dal 2004, anno di inizio della classifica, che la prima università britannica non è Oxbridge. E' quanto emerge dall'indagine QS Quacquarelli Symonds, che ha pubblicato la ventunesima edizione del QS World University Rankings 2025. Con 1500 università in 106 paesi, è l'unica classifica del suo genere che si occupa di occupabilità e sostenibilità. I risultati si basano sull'analisi di 17,5 milioni di documenti accademici e sulle opinioni di oltre 280.000 esperti tra docenti accademici e datori di lavoro.
Il calo del Regno Unito
A livello internazionale, la classifica Qs sull'occupabilità e la sostenibilità indica che il Regno Unito ospita tre delle prime cinque università al mondo, ma più della metà delle sue università hanno perso posizioni. L'Università di Toronto riceve il punteggio più alto al mondo per la Sostenibilità, con UBC (quarta) e Western University (10ma) tra le prime dieci per questo indicatore. Tuttavia, il settore registra un anno complessivamente indifferente. Otto delle università australiane più quotate hanno migliorato la loro posizione quest'anno. Tre istituzioni australiane sono tra le prime 20 a livello globale.
Le migliori performance
Tra le prime 100 università cinesi, quattro sono salite. L'Università di Pechino (14ma) è la numero 1 nazionale, salendo di tre posti. L'India ha mostrato un progresso notevole: il 91% delle sue 46 università classificate o salgono, rimangono stabili, o sono nuovi ingressi. Indonesia, Pakistan e Türkiye registrano miglioramenti degni di nota. L'America Latina ha quattro università tra le prime 100: Universidad de Buenos Aires, Pontificia Universidad Católica de Chile, Universidad Nacional Autónoma de México e Universidade de São Paulo. KFUPM dell'Arabia Saudita (101ma) è l'istituzione araba più quotata. Nel frattempo, l'Università di Cape Town (171ma) è la leader dell'Africa. La classifica include 1500 università in 106 sistemi di formazione universitaria. Gli Stati Uniti guidano con 197 istituzioni, seguiti dal Regno Unito (90) e dalla Cina continentale (71).
Il Politecnico di Milano prima italiana
Il Politecnico di Milano si conferma come la prima università italiana e raggiunge il suo miglior risultato fino ad oggi, salendo di dodici posizioni per occupare il 111º posto in classifica. La Sapienza - Università di Roma sale di due posizioni per occupare il 132º posto (il suo secondo miglior risultato assoluto, dopo il 125º posto nel 2006), seguita dall'Università di Bologna che sale di ventuno posizioni al 133º posto, ottenendo anch'essa il suo miglior risultato nella storia della classifica. Queste sono le uniche università italiane tra le prime 150 al mondo.
La crescita italiana
Delle 42 università italiane classificate, quindici salgono in classifica, nove mantengono la stessa posizione dell'anno scorso, e le restanti diciotto perdono posizioni in questa edizione. L'Università Vita-Salute San Raffaele ha conseguito il più grande avanzamento in classifica in Italia e il secondo a livello mondiale, grazie all'impatto della sua ricerca scientifica. Ora si posiziona tra le prime 400 università nel mondo. Anche l'Università di Roma Tor Vergata ha registrato un progresso significativo, salendo di quasi 100 posti. Ha mostrato un miglioramento notevole in quattro dei nove indicatori utilizzati da QS, in particolare per quanto riguarda l'occupabilità dei suoi laureati, la stima dei datori di lavoro e l'influenza delle citazioni e della ricerca scientifica prodotta. Questo progresso l'ha portata tra le prime 400 università. L'Università Cattolica del Sacro Cuore è salita di 63 posti ed è ora tra le prime 450 università al mondo. Questo miglioramento è dovuto alla considerazione dei datori di lavoro, alla qualità della ricerca prodotta e alla rete di collaborazioni scientifiche internazionali. L'Università di Pavia mostra una crescita grazie alla reputazione che gode tra i datori di lavoro e all'impatto della ricerca che produce. Alma Mater Studiorum - Università di Bologna sale al 133º posto, il più alto che abbia raggiunto in questa classifica. Il Politecnico di Torino continua a crescere e si colloca ora tra le migliori 250 università al mondo. Mentre il Politecnico di Milano inizia a intravedere la possibilità di raggiungere l'obiettivo di entrare tra le prime cento al mondo.
Le 42 università italiane in classifica
Ci sono 42 università italiane nel QS World University Rankings 2025. Il 35% di esse ha ottenuto un posizionamento migliore, il 43% un posizionamento inferiore e il 21% è rimasto invariato rispetto allo scorso anno. È intensa l'attività di ricerca: 41 delle 42 università incluse in questa classifica sono tra le prime 700 al mondo per «Citations per Faculty», un indicatore che misura l'impatto e l'influenza della ricerca prodotta in relazione alla dimensione della facoltà. E' estesa rete di ricerca internazionale: 34 delle università classificate figurano tra le prime 700 al mondo per «International Research Network», l'indicatore che misura il volume e la diversità delle collaborazioni di ricerca internazionali.
I ricercatori
I ricercatori italiani hanno pubblicato 893.736 articoli dal 2018 al 2023, generando 11.750.145 citazioni. Il 47% di questa ricerca è stato prodotto insieme a partner internazionali, l'8% in più rispetto alla media europea, contribuendo al 65% del totale delle citazioni. I principali collaboratori dell'Italia sono gli Stati Uniti e i tradizionali centri di ricerca europei: Regno Unito, Germania, Francia e Spagna. Al di fuori dell'Europa e degli Stati Uniti, i principali collaboratori sono Cina, Canada, Australia, Brasile e Giappone, con la Cina che è il partner di ricerca in più rapida crescita, con un aumento del 66% nello stesso periodo. In crescita la sostenibilità: 28 delle 42 università italiane figurano tra le prime 700 al mondo in questo importante indicatore. Solo tre università italiane appaiono tra le prime 700 al mondo per la proporzione di studenti internazionali e sette per la proporzione di docenti internazionali. Solo 3 delle 42 università classificate appaiono tra le prime 700 al mondo per il rapporto docenti/studenti, indicando una dimensione media delle classi elevata. Questo suggerisce che sono necessari più risorse didattiche per migliorare l'esperienza di apprendimento.
Nessun commento:
Posta un commento