Valentina Mira, autrice del romanzo Dalla stessa parte mi troverai (edito SEM), nella dozzina dei libri finalisti al premio Strega 2024, è stata attaccata dalla destra con l’accusa di revisionismo sul caso Acca Larentia, ma la risposta dell’autrice non si è fatta attendere.
“È evidente che il libro non è stato letto perché io non parlo dei fatti di Acca Larentia, ma di Mario Scrocca la cui vicenda non volevo andasse perduta” ha dichiarato l’autrice, “Mi accusano di revisionismo, di non avere pietà per le vittime di Acca Larentia, ma fanno una confusione strumentale dimostrando di non conoscere le mie pagine: i ragazzi che morirono in quegli anni terribili erano tutti vittime, spesso non avevano neppure il libero arbitrio di decidere il proprio destino. L'ho scritto e lo ripeto. Diverse invece sono le commemorazioni con i saluti romani e le croci celtiche. Quelli proprio non posso giustificarli, perché io sono e resto antifascista.”
Il romanzo Dalla stessa parte mi troverai, proposto al premio Strega dal giornalista Franco Di Mare, era stato descritto dai detrattori come un manifesto di «odio antifascista» e una «ricostruzione a senso unico» dei fatti di Acca Larentia, ma – come puntualizza anche lo scrittore Paolo Di Paolo su La Repubblica – è invece mosso dal desiderio di “raccontare una storia d'amore: quella fra una donna e un uomo, Rossella e Mario Scrocca, attestato nel 1987 come uno dei responsabili della strage e morto in carcere in circostanze che restano opache”. Scrive Di Paolo: “Mira costruisce una sorta di reportage emotivo dal decennio che precede la sua nascita, interessata essenzialmente a dare voce al dolore di Rossella. Non offende la memoria delle vittime; non dà un contributo alla «fiera del revisionismo», come la vicecapogruppo di FdI alla Camera Augusta Montaruli definisce addirittura questa edizione del Premio Strega. Si ferma su un dettaglio ulteriormente doloroso di una storia tragica: una morte derubricata come «danno collaterale», ingiustizia nell'ingiustizia. Chi può sindacare sul diritto di raccontarla? Usare pretestuosamente un romanzo e un premio letterario per giocare alla guerra dei revisionismi e difendere pantheon comunque indifendibili è, più che discutibile, pericoloso”.
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Chi non ha rivolto l'invito a Saviano per la Buchmesse di Francoforte, dove l'Italia è ospite d'onore, si è giustificato, dicendo che sono stati invitati soltanto “autori con opere integralmente originali”. Si è fatto forte delle accuse di plagio subite da Saviano in passato, ma non ha tenuto in giusta considerazione il successo dello 'scrittore' Saviano, conosciuto, tradotto e venduto in tutto il mondo, la cui assenza a Francoforte avrebbe procurato infinite reazioni. Come puntualmente è accaduto.
Ma chi ha decretato il mancato invito non era certamente un critico letterario. Allora?
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( da Il Secolo d'ITtalia)
Il presidente della Commissione cultura della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, va dritto al punto senza inutili perifrasi: «La presenza di Dalla stessa parte mi troverai di Valentina Mira tra i libri finalisti del Premio Strega stupisce. Più che una scelta editoriale pura, sembra l’ennesimo atto di resilienza politica per attaccare il governo e il Presidente del Consiglio. Il libro, che abbiamo letto per intero, oltre ad una forma sciatta e affatto indimenticabile, non è certo all’altezza di un premio così prestigioso. Sembra squallido marketing politico-letterario».
Premio Strega, Mollicone: il libro di Mira tra i finalisti? Non ne è all’altezza
Anzi, forse anche peggio: perché come argomenta a stretto giro sempre Mollicone, «gli anni di piombo e delle stragi – aggiunge – sono un periodo tragico che ha segnato vite e storie familiari da una parte e dall’altra», e «questo libro offende sia le vittime del terrorismo di destra, sia quelle di sinistra, mentre mostra un inaccettabile giustificazionismo nei confronti delle Brigate rosse e degli omicidi rispetto alla violenza micidiale scatenata dai gruppi combattenti in quegli anni».
«Sembra squallido marketing politico letterario»
Una disamina approfondita, meticolosa e pertinente, quella del presidente della Commissione cultura della Camera, che non manca di sottolineare come «Mira – prosegue Mollicone – cita libri, processi e la strage di Acca Larenzia come se fossero sceneggiature di qualche pessima fiction. Senza approfondire e citare le fonti giudiziarie e definitive. Ad esempio, non riconosce ai ragazzi di Acca Larenzia la nobiltà di vittime del terrorismo così come riconosciuto dallo Stato, ma ne parla come si fa di una partita di calcio con gli amici. L’autrice inoltre utilizza la tecnica molto furba di citare gli episodi senza scrivere i nomi e i cognomi dei protagonisti: per evitare le querele. Ma si riconosce in un passaggio chiaramente il riferimento ad Enzo Raisi, già componente della Commissione Stragi».
Mollicone: «Il libro di Mira cita processi e la strage di Acca Larenzia come se fossero sceneggiature di qualche pessima fiction»
E ancora, Mollicone incalza: «Si parla, poi, della pista palestinese come ormai archiviata, quando invece documenti dell’archivio di Stato ancora ne confermano l’esistenza, nell’ambito del Lodo Moro e dell’accordo tra lo stato italiano e quello palestinese, come sostenuto anche dalla Commissione Moro II e dal Senatore Fioroni». Sottolineando: «Ancora una volta si perde l’occasione di seguire la strada, che anche Violante auspicò, per la pacificazione nazionale. Nel racconto dei fatti l’autrice sintetizza l’accaduto, che, ricordiamo, viene tutti gli anni celebrato ufficialmente dal Comune di Roma e dalle istituzioni, con “vabbé gli hanno sparato, eravamo in quegli anni lì”».
Negati anni di sangue e di tragedie…
Ma, aggiunge Mollicone, «con l’intenzione di smontare la “retorica vittimista dei fascisti”, vengono negati anni di sangue e di tragedie che hanno segnato la storia della nostra Nazione. In un clima di odio politico come quello che stiamo vivendo, un testo come questo legittima la violenza e il revisionismo storico. Auspichiamo pertanto che sia solo uno squallido tentativo di vendere copie di un libro a mio parere di nessun valore letterario e che il Premio Strega torni a selezionare narrativa che possa diventare futura letteratura, e non cronaca sciatta e politicizzata», conclude la sua analisi il presidente della Commissione cultura della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone.
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