La verità dietro il pranzo al Colle tra il Cardinale Ruini e Scalfaro, la richiesta di far cadere il governo Berlusconi nel 1994.
Dopo tre decenni, emerge una verità che molti sospettavano: il cardinale Camillo Ruini, leader della Conferenza episcopale italiana dal 1991 al 2007, rivela che Oscar Luigi Scalfaro, allora Presidente della Repubblica, gli chiese aiuto per far cadere il governo Berlusconi. In un’intervista al Corriere della Sera, Ruini racconta di un pranzo al Quirinale nell’estate del 1994, in cui Scalfaro, insieme ai cardinali Angelo Sodano e monsignor Louis Tauran, avrebbe cercato l’appoggio del Vaticano per disarcionare il governo di centrodestra guidato dal Cavaliere.
Il contesto storico del pranzo al colle
“Effettivamente andò così. La nostra decisione di opporci a quella che ci appariva come una manovra, al di là della indubbia buona fede di Scalfaro, fu unanime. E pensare che Scalfaro era stato per me un grande amico“, dichiara Ruini al Corriere della Sera, gettando nuova luce su una fase politica già complessa.
Questo episodio conferma ulteriormente che Scalfaro agì da attore politico piuttosto che da presidente super partes, tramando per “fare fuori” il leader che aveva unito Forza Italia, Lega, Alleanza Nazionale e CCD per impedire alla sinistra post comunista di prendere il controllo del Paese.
La decisione di Ruini e le implicazioni politiche
Nel 1994, Berlusconi ricevette un “avviso di garanzia” durante il G7 a Napoli, un evento che segnò l’inizio della sua prima crisi di governo. La Lega di Bossi ritirò il suo sostegno, provocando la caduta dell’esecutivo e aprendo la strada al governo di Lamberto Dini, un’esperienza breve che portò alla vittoria del centrosinistra nel 1996 sotto la guida di Romano Prodi. Berlusconi dovette attendere fino al 2001 per tornare al potere.
Ruini si dice sorpreso dal comportamento di Scalfaro, ricordando un episodio del 1987 quando De Mita offrì a Scalfaro la presidenza del Consiglio in opposizione a Craxi e con il sostegno del PCI. Scalfaro rifiutò, dimostrando allora una coerenza che, secondo Ruini, sembrava svanita nel 1994.
“Rammento quando De Mita nel 1987 gli aveva offerto di diventare presidente del Consiglio, in opposizione a Craxi e con la benevolenza del PCI. Scalfaro allora era venuto da me e mi aveva detto che avrebbe rifiutato. ‘Fa bene’, avevo risposto. E infatti a palazzo Chigi sarebbe poi andato Amintore Fanfani“, racconta Ruini al Corriere della Sera.
Nell’intervista al Corriere della Sera, Ruini riflette sui pregi e limiti di Berlusconi, affermando che, pur avendo mostrato difetti come tutti i politici, non aveva fini eversivi. “I pericoli per la Repubblica semmai erano altri“, conclude il cardinale, lasciando intendere che le minacce alla stabilità del Paese provenivano da altre direzioni.
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