Ieri sera, Rai Tre, con Rai Cultura, Ministero dedicato e Siae ha trasmesso, l'annunciato concerto pucciniano (brani sinfonici e vocali), celebrativo per i cento anni dalla morte del compositore che avvenne a Bruxelles, dove si era recato per essere operato di un tumore.
Ma Puccini era nato a Lucca, città musicalissima (patria anche di Boccherini e Catalani) e Lucca lo ha inteso celebrare invitando l'Orchestra Cherubini, in ranghi extralarge (per festeggiare i vent'anni dalla costituzione) un bel gruppo di ottimi solisti, e Riccardo Muti, già protagonista del Concerto in Arena, di inizio giugno, che celebrava il riconoscimento Unesco per il Canto lirico italiano.
Alla viglia del concerto si era sparsa la voce che gli annunciati 10.000 posti previsti nella enorme platea sulle mura della città ( perchè non ci hanno spiegato questi particolari ) stentavano ad essere venduti. Ma subito dopo ci rassicuravano che i posti sarebbero stati venduti tutti, ed invece la tv ha mostrato gli ultimi settori ed uno, , laterale visibilmente vuoti. Comunque di pubblico ce n'era.
E ci ha mostrato anche, che facevano bella mostra di sè stessi, il ministro Sangiuliano e il sottosegretario Mazzi (l'artefice del concerto) con le rispettive consorti oltre alla consorte del maestro ed uno dei suoi figli, quello che si occupa dell'azienda musicale di famiglia, e del suo esclusivo prodotto, cioè Riccardo Muti.
Del concerto non ci è dispiaciuta la scelta del programma, salvo il finale - il quarto atto di Manon Lescaut - che meno si prestava ad essere goduto senza scena e senza capire una sola parola dei due protagonisti ( forse i sottotitoli avrebbero aiutato). E forse troppo lungo. IL concerto è durato 2 ore circa.
Ciò che invece non ci è piaciuto affatto, come del resto non ci è piaciuto in molte altre occasioni simili a questa, è stato l'intervento della presentatrice, la bella attrice napoletana Serena Autieri.
Non ci è piaciuta perchè, sebbene siamo convinti che possa essere utile per il pubblico, non riusciamo mai ad essere contenti di quello che le fanno dire. Occorre essere asciutti, ricusare i luoghi comuni, le magnificazioni di questo o quello e cose similari. Essere esplicativi per quello che serve. E basta!
E non ci è piaciuto neanche Riccardo Muti in veste di parlatore - sia ieri sera che all'Arena di Verona. Perchè il Maestro, che è un noto affabulatore, quando attacca non la smette più e non riesce a mettere un filtro a ciò che dice, diventando spesso un fiume in piena di parole che non controlla. Ieri, ad esempio, oltre la solita storia del valore della musica italiana - e fin qui siamo d'accordo - parlare di Antonino Votto, suo maestro, che nessuno del pubblico sa chi sia, non serviva; come era del tutto fuori luogo il racconto del Liceo che aveva frequentato a Napoli; e fuori luogo ancora di più l'invito della Autieri a dire 'qualcosa in napoletano'.
Perchè non cambiano registro? O dobbiamo metterci l'anima in pace ed accettare, fino a quando a Rai Cultura ci sarà Silvia Calandrelli e la sua squadra, la presenza sgangherata dei presentatori?
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Il concerto pucciniano, da Lucca, diretto da Muti non è stato premiato dall'audience in tv: si è fermato a739,000 telespettatori, share del 4,9%
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