domenica 12 maggio 2024

La signora Muti, patron del Festival di Ravenna risponde ai difensori, ritardatari, delle Torri Hamon e che ora criticano il legame del festival con ENI (da Ravennanotizie.it)

 




Torri Hamon ed Eni, Cristina Mazzavillani Muti risponde ai critici: le torri si potevano salvare 30 anni fa quando mi mossi io, ma voi non c’eravate

Cristina Mazzavillani Muti non ci sta ad essere strattonata per la giacca sulla vicenda delle Torri Hamon. Né è disposta a tollerare che si voglia boicottare la sua creatura più amata – il Ravenna Festival – per via del suo presunto silenzio (che lei contesta in toto) e della sponsorizzazione Eni. Italia Nostra e alcune altre associazioni l’hanno tirata in ballo e allora lei prende carta e penna e risponde per le rime, senza citare mai direttamente associazioni e persone, ma con un messaggio a loro indirizzato chiarissimo e durissimo.

Un testo che nella sostanza dice: quelle torri si potevano salvare trent’anni fa quando io da sola mi mossi e voi non eravate dietro di me. Adesso salvarle non era più possibile. Ma ve lo proponiamo integralmente.

“Arrivano tardi! Dove erano quando negli anni Novanta chiamavo a gran voce i nostri politici e la popolazione intera ad essere uniti nel difendere le nostre archeologie industriali come l’ex magazzino dello zolfo, le torri di Hamon, l’ex macello e altri siti come San Nicolò, San Domenico, il Sigarone, il vecchio Tiro a segno, la Fabbrica Vecchia… da sola, senza alcun aiuto, e nemmeno alcun permesso sono entrata in tutti questi luoghi, e per fortuna in alcuni con successo. Avevo assicurato che mi sarei mossa per organizzare un laboratorio internazionale di ingegneria di alta ricerca e sperimentazione di effetti acustici da effettuare all’interno delle meravigliose torri di Hamon che ritenevo interessanti come a Siracusa, la grotta chiamata orecchio di Dionisio. Dove erano costoro a darmi una mano? Dove erano costoro a difendere i cittadini ravennati abitanti nella zona di via Cilla quando protestarono invano, purtroppo, per un’antenna altissima e deturpante il piccolo parco giochi dei loro bambini? Io c’ero con loro in comune a protestare quel famoso giorno quando ci sentimmo gridare in faccia… Decisioni già prese! Non si torna indietro!” Questa la prima parte della replica, durissima, di Cristina Mazzavillani Muti ai suoi contestatori.

La seconda parte è ancora più sferzante: “E adesso i risvegliati combattenti dell’ultima ora scatenano la loro tardiva e sterile rabbia contro il festival? Bravi! Cancellate pure anche questa bella storia che conta 35 anni di intenti meravigliosi col consenso di migliaia di cittadini partecipanti e felici! Così vi rimarranno solo le macerie delle torri di Hamon! Che andavano difese negli anni Novanta quando già i cornicioni dall’alto stavano crollando! Dopo trent’anni cosa si può più rimediare! Quando non si è aspettato altro che si auto demolissero su un terreno micidiale che andava bonificato allora, tanto era pericolosamente inquinato e non poteva nemmeno essere calpestato! Io però mi sono avventurata là dentro più di una volta! E il potenziale meraviglioso che ho colto là dentro mi è entrato nell’anima! Ci ho pure lanciato vocalizzi che ancora so fare… mi sono sentita tornare indietro un mondo sonoro stupefacente! Niente! Tutti sordi assenti distratti! E adesso la Mazzavillani sta muta e accetta il sostegno di Eni. Ma per fortuna che c’è Eni! Cari miei, le torri erano marce e agonizzanti e pericolose! Troppo tardi vi siete svegliati e mi viene il sospetto che non sia tutta buona fede questa strana protesta tardiva e inutile!”

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