Dovevamo immaginarlo che l'annuncio del ritorno all'Ariston di John Travolta e Russell Crowe, entrambi recidivi - li avevamo già visti su quello stesso palco rispettivamente nel 2006 e nel 2001 - non avrebbe portato nulla di buono. E infatti nella seconda serata di Sanremo 2024 è andata in scena la Qua Qua Dance. Ovvero Travolta che balla (o sarebbe meglio dire si muove imbarazzato, chiedendosi ripetutamente "Ma che ci faccio qui?") insieme a Fiorello e Amadeus sulle note del "Ballo del Qua Qua". A distanza di qualche ora dall'accaduto potremmo rifugiarci nell'idea che sia stata una sorta di allucinazione collettiva, frutto delle poche ore di sonno di queste nottate festivaliere. O una challenge del Fantasanremo in cui, per una strana congiunzione astrale, è stato coinvolto anche Travolta. Invece no, ci sono i video a testimoniare che è accaduto veramente. Non sui canali Rai, però, dove la comparsata di Travolta pare essere svanita nel nulla.
Per ricostruire quanto è accaduto senza cedere a recensioni sbrigative - basterebbe dire che Sanremo ha un problema con i super ospiti internazionali e che gli autori vengono risucchiati da un buco nero quando devono scrivere le "gag" per accoglierli e poi chiudere qua l'articolo - bisogna tener fede alla versione di Fiorello, che durante la puntata del programma Viva Rai2…Viva Sanremo andata in onda alla fine della seconda serata del Festival ha ammesso di aver messo in scena «una delle gag più terrificanti della storia della televisione italiana». Un po' ironico un po' no, Fiorello ha continuato «Io mentre la facevo, già avevo previsto tutto. Pensavo già: ‘Qui è la fine delle nostre carriere‘. Quella di Travolta sicuro, ma di più la nostra perché la gente dice che siamo stati noi». A quanto pare il conduttore sarebbe andato nel camerino di John Travolta per concordare la gag prima dell'inizio del programma: «Noi volevamo fare una cosa ironica, ma io già quando sono andato nel camerino ho capito l'antifona. Ho chiesto a John Travolta se volesse fare la Qua Qua dance e lui mi ha chiesto: 'Cos'è?'. Gli ho spiegato che è una cosa ironica: 'Tu fai sempre cose fighe e noi ti facciamo fare una stron*ata'. E lui ha detto sì. È nata così. C'è gente che come se avessimo ammazzato qualcuno, con tutto il rispetto ancora non ci siamo. Era una gag venuta male, ci sta».
Inutile riportare qui i commenti pubblicati dagli utenti sui social mentre quello scempio accadeva: «Abbiamo fatto la solita figura degli italiani tarallucci e vino» è quello più indulgente. Si è discusso anche molto sul cachet di Travolta, si parla di 500 mila euro, e si è ironizzato sul fatto che non fosse sufficiente per alzare il livello della sua comparsata. Il problema nella gestione delle celebrità che giungono in Italia in occasione del Festival in realtà è più profondo: è come se si partisse dalla presunzione che gli spettatori a casa non possano digerire un'intervista ben fatta o uno sketch comico costruito da autori televisivi che sanno il fatto loro. Eppure poco prima di Travolta è salito sul palco il maestro Giovanni Allevi, portatore di un messaggio di gioia universale che ha fatto lacrimare persino l'indistruttibile Amadeus. Siamo in grado di reggere la complessità, anche durante la settimana sanremese. Non pretendiamo il livello Fabio Fazio nelle interviste, né il livello C1 in inglese dei conduttori, ma un po' di sano rispetto per chi guarda da casa sì. Ed è incomprensibile come a professionisti navigati come Amadeus e Fiorello e ai loro team creativi non sia venuto in mente di aggiustare il tiro, di sfoderare l'arma dell'ironia anziché quella della becera comicità. Ora davanti hanno una seconda possibilità, ovvero l'arrivo sul palco di Russel Crowe. Se avranno imparato la lezione, lo scopriremo nel corso della terza serata di Sanremo 2024 l'8 febbraio.
*****
P.S.
Da John, travolta la Rai. Il superospite avrebbe dato il consenso al popolarissimo ballo del 'Qua Qua', forse - giustificano i suoi - senza capire nulla, e poi, a cose fatte, intimato alla Rai di eliminare dai contributi forniti alle varie trasmissioni l'inserto del ballo, che secondo Fiorello, anche lui si è giustificato senza ragione, era una 'cagata' .
Ha dovuto avallare il divieto di Travolta Fiorello. Ma quell'ironia, sgangheratissima, era nello stile di un festival dove sfilano sul palcoscenico dell'Ariston maschere umane e dilettanti allo sbaraglio (ci ha sempre colpito la improbabile professionalità dei cosiddetti 'direttori d'orchestra' annunciati con pompa dai bravi presentatori).
A volerla dire tutta, secondo noi stonava e di molto la presenza di Giovanni Allevi ( più della trovata di Fiorello) su quel medesimo palcoscenico, e non per la sua musica che ha fatto ascoltare, ma per la lunga premessa, drammatica, tragica, come lo è la storia di tutti coloro, anche bambini, che si ammalano gravemente, e che conosciamo .
Allevi, la cui musica a noi non è mai piaciuta (e lo abbiamo sempre scritto), ma al quale, appena divulgata la notizia della malattia, abbiamo rivolto i nostri auguri sinceri ed autentici per la guarigione, si sarebbe dovuto presentare salutare e suonare. La sua storia è ben nota: due anni, non ancora terminati di calvario e lotta. Un guerriero nell'esercito di guerrieri invisibili!
La tv del dolore, ieri al culmine della esibizione, già troppo sfruttata, noi non la condividiamo, specie poi se in contesti come quello sanremese.
( Pietro Acquafredda)
Nessun commento:
Posta un commento