Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi si candiderà come sindaco di Arpino, il Comune di 6.700 abitanti in provincia di Frosinone che diede i natali a Cicerone ed al condottiero romano Gaio Mario. Un cambio di rotta innescato dal duro scontro che si è consumato nei giorni scorsi tra Sgarbi e Fratelli d’Italia, partito che guida la coalizione di governo in cui siede anche il sottosegretario.
Il critico d’arte, , alle amministrative del 14 e 15 maggio prossimi non si ricandiderà quindi a Sutri, uno dei borghi più belli d’Italia, dove è stato sindaco negli ultimi cinque anni. Ma la scintilla che ha acceso lo scontro con FdI sta proprio qui, per il governo della «Porta dell’Etruria», dove il partito di Meloni ha “sfrattato” Sgarbi mettendo in campo Matteo Amori, noto per aver inneggiato a Casapound «Se io mi ricandidassi, vincerei senza problemi — sbottò Sgarbi —. Cosa? «Che io con uno di questo livello culturale e umano nemmeno mi ci misuro».
Trovandosi sbarrata per un bis a Sutri, Sgarbi allora ha ufficializzato il suo passo indietro: «Sarebbe una contraddizione enorme candidarmi nel momento in cui il partito della presidente del Consiglio di un governo del quale io faccio parte decide di puntare su una persona diversa», sono le ultime dichiarazioni. Ad Arpino Vittorio Sgarbi verrà appoggiato dall’amministrazione uscente del sindaco Renato Rea, giunto al limite dei due mandati consecutivi. A guidare la lista sarà l’assessore Massimo Sera, erede designato dell’avvocato Rea: ha fatto un passo di lato per consentire la candidatura del sottosegretario.
Così Sgarbi — che tra l’altro è anche assessore alla Cultura della vicina Viterbo, prosindaco di Urbino, commissario per le Arti di Codogno, presidente della Fondazione Ferrara arte, del Mart di Trento, del Mag di Riva del Garda e della Gypsotheca del Canova e consigliere regionale in Lombardia — se vincesse alle prossime amministrative dovrebbe aggiungere nel suo curriculum il nuovo incarico: governare il paese dove il 3 gennaio del 106 avanti Cristo nacque Marco Tullio Cicerone.
Nessun commento:
Posta un commento