Ne siamo addolorati grandemente. In tutta sincerità, pur non avendo quasi mai condiviso i suoi giudizi come critico musicale, perchè era capace di esaltare nullità e stroncare glorie italiane, oso pensare per semplice divertimento (lo fanno molti altri nel nostro mestiere, semplicemente perchè capiscono quasi nulla di ciò di cui scrivono) e neppure le sue prese di posizioni nei rapporti con esponenti del mondo musicale. Dove, ci spiace dirlo, ci voleva poco per fargli cambiare idea in un senso o nell'altro. Nei suoi ultimi libri, non quelli in cui dava lezioni di classicità anche agli specialisti riconosciuti, preziosi e sorprendenti, ma quelli dedicati alla vita musicale ha detto tutto ed il contrario di tutto su alcune persone, le stesse, da un libro all'altro.
Conosciamo da vicino le circostanze dei suoi rapporti con i vertici della Fenice, che per lunghi anni anche noi abbiamo frequentato, e dai quali numerose ci sono venute le confidenze sulle sue trasferte in laguna per spettacoli in Fenice. Chiarot era il massimo dei sovrintendente in un libro, nel successivo, d'improvviso - chissà per quale ragione - era diventato il peggiore; come al contrario accadde con l'attuale sovrintendente, Ortombina, un tempo 'bollato' come 'trombonista' e poi 'omaggiato' fra i migliori direttori artistici: quasi certamente perché accoglieva i suoi suggerimenti in fatto di rispescaggi di opere ormai uscite dal repertorio.
Del suo travagliato rapporto con la Scala di Lissner, sappiamo già; mentre ancora non ci aveva svelato - ed ora non potrà più farlo - il Lissner napoletano, anche se nei giorni scorsi ce ne aveva dato un assaggio. Sappiamo anche del cattivissimo rapporto che aveva con la precedente dirigenza del San Carlo, con la 'ragioniera' Rosanna Purchia - così la chiamava. E ce l'aveva anche con Salvo Nastasi, per via dei 'restauri' del Teatro San Carlo. Assai curioso il rapporto con Nastasi, amico di Muti, che è stato suo amico per molti anni.
Proprio in occasione del suo articolo sul Fatto, in difesa di Muti e contro Lissner, stavamo pensando di scriverne per esprimere la nostra 'gioia' nel leggere che aveva fatto pace con il Maestro Muti, avendone preso le difese contro le maniere incivili con cui Lissner lo aveva trattato cancellando la sua presenza al San Carlo, già programmata.
'Pace fatta' con Muti? Forse no. Non mancavano nel breve articolo punte velenose: della regia di Chiara Muti, scriveva, non parliamo, per non dire ciò che di negativo pensava.
Ora vogliamo ricordare un episodio che ci riguarda direttamente. Mentre di altri due, nei quali dovremmo citare persone vive che quindi potrebbero risentirsi, racconteremo più avanti; intanto ci pensiamo.
Si era a Busseto, primi anni del 2000, dove nel teatrino si stava dando l'estremo capolavoro verdiano Falstaff. Noi eravamo lì non tanto per il capolavoro verdiano, quanto perchè in quello stesso teatro stavamo registrando alcuni interventi per la nostra gloriosa trasmissione 'ALL'OPERA!' con Antonio Lubrano, e di cui noi eravamo l'autore principale. C'era anche Carlo Fontana, arrivato sia perchè era direttamente interessata la Scala, sia perché nella realizzazione lavorava anche sua figlia, in ruoli tecnici - voleva che facesse la gavetta.
Nell'intervallo del Falstaff, incontrammo sia Isotta che Fontana con i quali ci fermammo a parlare del nostro programma come anche del capolavoro verdiano. Ad un certo punto Isotta, senza che ne fosse richiesto (anche perché le nostre frequentazioni non sono mai state tanto intime da giustificare quel suo intervento) disse a Fontana le seguenti parole, in nostra presenza: "Carlo, dobbiamo fare qualcosa per Acquafredda, che finora ha pagato troppo per la sua indipendenza".
Restammo letteralmente sorpresi, perché la nostra carriera era in pieno svolgimento, anzi superiore ad ogni nostra aspettativa - noi stessi non avremmo mai immaginato di fare tutto quello che abbiamo fatto guadagnandoci la stima ed il rispetto di tutti, ed eravamo perciò abbastanza soddisfatti - ma Isotta che aveva l'occhio lungo vedeva naturalmente quanti inutili personaggi vagassero nel nostro mondo, senza che ne avessero merito, mentre a noi, che abbiamo sempre tenuto all'indipendenza di giudizio... Ma noi eravamo contenti così. Naturalmente nulla accadde, ma quel suo intervento in nostra difesa ci è restato nella memoria, anche perchè veniva da una persona che sembrava vivere in un mondo tutto suo, lontano dal reale, e invece non era così.
Per gli altri episodi, ai quali abbiamo accennato, dobbiamo pensarci un pò. Se avremo deciso per il sì, ne leggerete il resoconto particolareggiato su questo blog.
Addio maestro.
Nessun commento:
Posta un commento