Innovazione e investimenti sono le due parole chiave della lettera che il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ha inviato al presidente del Consiglio, Mario Draghi.
"La scuola, pur reagendo all'emergenza con la straordinaria energia e l'alto senso di responsabilità di chi vi opera quotidianamente, - scrive - non sempre dispone di strumenti adeguati a rispondere ai nuovi paradigmi educativi e organizzativi richiesti dalla complessità del presente. La scuola lavora sulle persone, accompagnandole e supportandole nel processo di crescita e di sviluppo che le condurrà a vivere il ruolo di membri responsabili della loro comunità".
"È questo un percorso lungo di cui solo a distanza di tempo è possibile vedere e valutare i risultati. Il personale della scuola è costitutivamente orientato a pensare che il capitale investito produca ritorni su orizzonti temporali ampi e ben sa che un investimento in questo settore genererà, sul lungo termine, un elevato rendimento complessivo per la collettività. Del resto, - prosegue Giannelli - la ricaduta di un investimento di questa natura si avverte anche in termini economici poiché il livello di istruzione delle persone influisce positivamente sulla loro partecipazione al mercato del lavoro, sulle possibilità di occupazione e sui redditi".
"Inoltre, anche l'innovazione, i servizi a elevata intensità di conoscenza e la formazione permanente si riverberano proficuamente sul prodotto interno lordo. - sottolinea Giannelli - In un'ottica ancora più ampia di benefici, infine, non posso non richiamare il quarto obiettivo dell'Agenda 2030 che individua in un'istruzione di qualità la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile''.
"I divari territoriali in termini di livelli di istruzione e di possesso di competenze, già ampiamente conosciuti nell'era pre Covid, si sono acuiti generando ulteriori sacche di povertà educativa. Le attività didattiche si svolgono prevalentemente in spazi che, pur talvolta rispondendo a criteri di pregio architettonico, non si configurano come ambienti adeguati, - evidenzia Giannelli - ancor più se gravati da deficit tecnologici e infrastrutturali. Il fenomeno di denatalità in atto comporterà una riduzione della popolazione scolastica di circa 1.100.000 unità da qui a dieci anni''.
''Abbiamo dunque a disposizione, in questa fase storica, due formidabili strumenti per realizzare azioni configurabili quali investimenti a lungo termine: il Piano nazionale di ripresa e resilienza e il surplus di risorse determinato dal calo demografico. Il Piano, infatti, offre le condizioni di contesto ideali per disegnare la scuola di domani incidendo in modo deciso sulle aree strategiche delle competenze degli studenti, della formazione, del reclutamento del personale, dell'innovazione tecnologica, delle infrastrutture. Tale intervento sarebbe funzionale anche al pieno allineamento del nostro Paese alle politiche dello spazio europeo dell'istruzione e del lavoro'', conclude Giannelli.
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