Veltroni dovrà essere sempre ringraziato da tutto il Paese per le grandi riforme, anzi le rivoluzioni introdotte in Italia. Oltre naturalmente quella della nascita del PD.
Parliamo della trasformazione degli Enti lirici in Fondazioni, che è la sua più grande disastrosa eredità che tanti guai ha prodotto alla musica in Italia, senza mai aggredirne e risolverne i problemi. Quella rivoluzione gli venne dal suo 'filoamericanesimo': negli Stati Uniti, tali grandi istituzioni vivono soprattutto di contributi dei privati., e perchè non anche in Italia? In Italia ciò non è mai avvenuto nonostante che quella sua riforma abbia già molti anni, perchè in Italia i maggiori sostenitori sono le Camere di commercio, le banche, le grandi aziende, su indicazione dei politici. Ed è tanto vero che dall'elenco che ogni anno il Ministero delle Finanze pubblica, risulta che la ciccia riservata alle Fondazioni liriche è sempre poca.
Come può il cittadino, come Uolter l' americano, prendere a cuore le sorti delle nostre istituzioni culturali, e specificamente musicali, se continua a vedere che sono oberate dai debiti, perchè malamente amministrate da sovrintendenti che la politica ha messo a dirigerle, senza pretendere da loro capacità e professionalità?
Se mettiamo insieme questa tragica riforma di Veltroni, e i vari interventi barbarici effettuati da Salvo Nastasi, da secoli al Ministero a consigliare malamente ministri analfabeti, avremo il quadro del disastro culturale italiano.
Ma Veltroni , prima di lasciare Roma, si rese responsabile di un altro progetto di cui ancora paghiamo l'errore, stante la sua inutilità. Il Ponte della Musica, per collegare - nelle sue nobili intenzioni - sul Tevere, lo sport e la cultura, quest'ultima rappresentata dal MAXXI, dall'Auditorium e da quanto altro avrebbe dovuto sorgere nella medesima area e che non è sorto ancora.
Quel ponte è stato inaugurato infinite volte, l'ultima delle quali sotto Alemanno, a seguito dell'intervento caldeggiato dal 'salotto Battistoni', del quale fanno regolarmente parte alcuni notabili, che suggerì al colto Alemanno di dare a quel ponte il nome di un musicista. E siccome, sia di Alemanno che del salotto Battistoni, la cultura musicale è ferma alla canzonetta, si decise di dargli il nome di Armando Trovajoli. Chi era costui - si domandano i turisti stranieri che, rari, lo attraversano? Gli viene risposto: 'Roma nun fa' la stupida stasera', che è il titolo di una popolarissima canzone di Trovajoli, che ne ha scritte anche tante altre ed ha composto anche la colonna sonora di numerosi film ed anche qualche commedia musicale (Rugantino). E tutti allora capiscono come vanno le cose in Italia, il paese di musicisti sommi - senza nulla togliere all'Armando.
Fatta l'ennesima inaugurazione, si deve ad intervalli regolari, procedere, stante sempre la sua inutilità, alla sanificazione dello spazio sottostante, divenuto discarica a cielo aperto e rifugio di disgraziati e vagabondi.
Ma, ora, un'altra, l' ennesima, emergenza. Occorre dare il via libera - per non far pagare ai cittadini multe di cui non se ne comprende la ragione - al transito in bicicletta su detto ponte, dove finora si poteva anche passare in bicicletta, ma non in sella, bensì portandola a mano. Capite quale grosso rompicapo è piombato addosso al Consiglio comunale? Decidere se finalmente potrà consentirsi a chi va in bicicletta sulle piste ciclabili, più o meno mal messe sulle sponde, di passare da una sponda all'altra del fiume, in superficie, senza scendere dalla bicicletta.
Il problema non è di poco conto, se ne è resa consapevole l'assise capitolina che sta meditando se concedere o no il transito in bici, perchè ancora si chiede se Uolter l'americano, padre inutile di inutilissimo figlio, l'avrebbe concesso. E se non lo avesse previsto? Si può ora derogare?
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