... Michieletto, come è cambiato per lo streaming uno spettacolo già "pensato" e provato dal vivo?
"A livello scenico in modo molto marginale, visto che tra un anno e mezzo sarà riprogrammato dalla Scala, si spera dal vivo. L'unica vistosa modifica è la disposizione dell'orchestra in platea, dato che l'organico strumentale di Salome è davvero elefantiaco e smisurato".
Cosa pensa in generale dello streaming, il nuovo canale divenuto ormai d'obbligo nella lirica?
"L'opera è fatta per il teatro, davanti ad un pubblico dal vivo - questo è sacrosanto - e lo streaming è soltanto uno strumento tecnologico, nato per forza di cose in questo momento tragico. Ma ciò non toglie che possa avere la sua legittima utilità: mostrando un allestimento a chi abita a centinaia di chilometri dal luogo della rappresentazione (in modo molto democratico) e preservando la memoria storica di un teatro, come una sorta di possente archivio per il futuro. Pensiamo a quanto interesse avremmo oggi nel vedere una produzione fatta magari un secolo fa!".
Tutto qui?
"No, c'è anche una terza questione. Lo streaming come si è visto sta facendo diventare più flessibile e duttile l'idea di una messa in scena. A Berlino, dove ho appena finito di lavorare all'opera Jenufa di Janacek, c'è il coro che canta in platea alle spalle del direttore. Cosa addirittura impensabile fino a un anno fa"...
Nessun commento:
Posta un commento