Non ho seguito da vicino la storia recente, tormentaissima, della Comunità di Bose. Devo anche spiegare perchè ne sono voluto restare al di fuori, pur essendo per trascorsi di vita e studio lontani, addentro alle cose religiose.
Per la paura di scoprire qualcosa che non volevo scoprire e che avrebbe certamente ferito la mia sensibilità di uomo. Come, ad esempio, la natura degli sbandierati fini 'superiori' ( superiori in che senso, di che, perchè?), e la presenza invece di lotte intestine a danno di colui che di quella comunità è stato l'ispiratore e che l'ha retta per oltre cinquant'anni, facendola crescere. Come è pensabile che si senta il dovere di disfarsi perfino della sua persona, oltre che della sua 'ispirazione', relegandolo in una comunità in Toscana?
Non so e non voglio sapere. Certo è che la Chiesa, nella quale convivono due pontefici, uno diversissimo dall'altro, la cui convivenza è possibile perchè i due non si sono pestati i piedi vicendevolmente, non può sentirsi in diritto, trasformato farisaicamente in dovere cristiano, di dire ad un vecchio ispirato - tale è fra Enzo Bianchi - è ora che tu te ne vada. Perché anche umanamente ciò non dovrebbe essere consentito, pur sapendo che un figlio deve ad un certo punto staccarsi da suo padre ed andare per la sua strada.
Qui non si tratta del 'naturale' distacco' bensì di un richiamo all'ordine che non solo non è umano ma non è neanche cristiano.
Perchè Papa Francesco e il card. Parolin non ci ripensano?
Fra Enzo Bianchi lo abbiamo tante volte ascoltato alla radio, ed altrettante volte letto i suoi interventi su La repubblica. ne siamo rimasti sempre colpiti dalla profondità del suo pensiero e dall'autenticità della sua fede. Ci si vuole liberare di lui, della sua presenza che è una ricchezza per la Chiesa? E a volersene liberare è la Chiesa stessa?
Questo sinceramente non riusciamo a capire della Chiesa di papa Bergoglio.
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