domenica 14 febbraio 2021

Studi puccciniani. Vol 6. Recensione

 Gli studi pucciniani hanno preso nuovo vigore in anni recenti con la pubblicazione di tutte le opere, in edizioni 'critiche',  più d'una per la verità, del monumentale epistolario, di qualche biografia recente - compresa la nostra ( Giacomo Puccini, Sonatore del Regno), singolare nella forma e in formato tascabile, per l'editore fiorentino Clichy - ma anche per il nuovo corso 'regolare' della rivista musicologica 'Studi pucciniani'(Rassegna periodica sulla musica e sul teatro musicale nell'epoca di Giacomo Puccini, come si legge sulla copertina del nuovo numero, vol.6, a cura del 'Centro studi Giacomo Puccini') per i tipi dell'editore Leo S.Olschki, benemerito nel settore della musicologia e della storiografia musicale. Ma non solo.

 Il curatore del periodico, Michele Girardi, studioso pucciniano fra i massimi, coadiuvato da due prestigiosi Comitati, il primo Editoriale e il secondo Scientifico, ne assicura la regolarità dell'uscita, tanto che può già anticipare che il prossimo, vol.7, uscirà a dicembre - di quest'anno, naturalmente -  garantendone l'assoluta qualità scientifica, la vastità degli interessi, e il taglio generalmente interdisciplinare, come richiede 'un'era di cambiamenti epocali come la fin de siècle, dove operò Puccini' - si spiega nel risvolto  di copertina nel numero appena uscito.

 Il quale si apre con uno sguardo, assolutamente nuovo anzi inedito, a firma Federico Fornoni, sul rapporto che il teatro di Puccini instaura con 'la bellezza nel contesto sociale coevo'.

E' poi la volta di Tosca, indagata dallo storico Gerardo Tocchini, per la sua qualità 'politica';  nelle pagine a seguire viene indagato da Kunio Hara e Franceco Fontanelli, in lungo e largo, il Trittico, avvalorando le origini 'francesi' del primo pannello, il Tabarro; mentre per Gianni Schicchi, Daniele Galleni, storico dell'arte, illumina la particolare estetica, di ispirazione medievale e rinascimentale, dello scenografo Galileo Chini.

 Mauro Balestrazzi, infine, si dedica alla dettagliata cronologia delle opere pucciniane dirette da Toscanini, e, in chiusura, una attenta bibliografia aggiornata,  sebbene con qualche dimenticanza, ma di poco conto, che il curatore, chiedendo venia per la svista, assicura sarà sanata con il prossimo numero degli Studi.

 Premessa al volume, l' omaggio di Girardi a Mercedes Viale Ferrero, maestra negli studi sul teatro musicale anche pucciniano, e valorosa studiosa della scenografia, spentasi nel 2019, all'età di 95 anni.

                                                                *****

 Ci si consenta di accennare ad un fatto assai singolare che ha investito  l'opera di Puccini in rapporto al massimo teatro italiano, La Scala. Nei lunghi anni di direzione di  Claudio Abbado verso l'opera di Puccini si è consumato un vero e proprio ostracismo (Michele Girardi, nei suoi corsi universitari vi ha dedicato uno studio approfondito); le cose sono migliorate, ma di poco, nel ventennio di Riccardo Muti, per peggiorare nuovamente nell'era Lissner -Barenboim ( il quale, comunque, se non a Milano, a Berlino le opere di Puccini le dirigeva!) e poi nuovamente migliorare, addirittura recuperando il tempo perduto, nella gestione Pereira-Chailly e, si spera, proseguirà anche con la sovrintendenza Meyer. 

 Accadeva nel massimo teatro d'opera d'Italia, legato storicamente al teatro di Puccini, mentre nel mondo intero Puccini è stato sempre rappresentato con regolarità e grande soddisfazione del pubblico.


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