Chi segue le alterne vicende dei rapporti fra potere politico e giornali, sa già che Il Fatto Quotidiano, diretto da Marco Travaglio, è passato armi e bagagli all'opposizione del governo Draghi, nonostante che la coalizione, molto vasta che lo sostiene, comprenda anche i suoi sodali di qualche settimana fa, cioè i Cinquestelle.
Travaglio con i Cinquestelle ci sta ancora, ma con la fronda che i Probiviri del MoVimento ha già espulso, insieme alla quale farà opposizione a Draghi che Travaglio e Fatto Quotidiano non avrebbero - fosse dipeso da loro - voluto, e tutte le forze politiche invece sì.
Travaglio sostiene a spada tratta e senza il minimo tentennamento l'ex premier Conte, al quale rimprovera di essersi recato al Quirinale per rassegnare le dismissioni, nel timore che il suo Governo, nell'ambito della discussione sulla riforma della giustizia voluta da Bonafede, finisse in minoranza. Non avrebbe dovuto, ma se ricordiamo un pò le vicende relative, ci pare che fosse stato proprio lui a consigliare Conte. E rimprovera a Mattarella di essersi mostrato solo in apparenza arbitro, mentre aveva in tasca pronta la carta da giocare, cioè Draghi.
A proposito di Giustizia, è assai curioso che Travaglio, ispiratore (?) della riforma di Bonafede, abbia sostenuto l'ex ministro, e nutra dubbi su Cartabia, ex presidente della Consulta, perchè fermamente convinto che farà peggio di Bonafede. Ci vuole coraggio!
Ma ora ci interessa tornare al passato, addirittura al 2018, all'indomani delle elezioni, per spiegare come mai oggi Travaglio e la fronda dei Cinquestelle non appoggino il Governo Draghi che ha come sostenitori nella colazione tutti i partiti, Cinquestelle compresi, ad eccezione di quello della Meloni e di qualche fuoruscito della Sinistra.
La ragione sta nel fatto che mai i Cinquestelle avrebbero sostenuto un Governo con Berlusconi dentro, che è poi l'ultimo tabù, essendo caduti tutti gli altri, compresi quelli riguardanti la Lega ed il PD, con i quali i Cinquestelle 'duri e puri' - 'na vota, forse! - hanno già governato e stanno governando di nuovo ora.
Travaglio ha rivelato che proprio per non voler avere neppure contatti 'telefonici' con Berlusconi, Luigi Di Maio, lo statista che si rivelò nel 2018, si giocò il premierato. Dunque l'Italia si sarebbe persa Lugi Di Maio premier nel 2018, semplicemente perché un semplice contatto telefonico con Berlusconi condannato ed plurinquisito, avrebbe macchiato la sua immacolata fedina politica.
E così quella mancata telefonata, al contrario del noto spot pubblicitario, ci - agli italiani - ha salvato la vita.
Travaglio non sa che gran favore ha fatto agli italiani Luigi Di Maio non telefonando a Berlusconi, e quindi non assumendo il Governo del Paese che la Lega gli avrebbe offerto pur di accedere alle stanze dei bottoni, dove comunque è finita con il Conte uno. Conte, comunque, sempre meglio, per l'Italia, di Di Maio premier.
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