Molto meglio quattro persone che cenano al ristorante sedute a un tavolo distanziate, che gli assembramenti che abbiamo visto domenica davanti allo stadio di San Siro o la sera fuori dai bar": ad affermarlo è il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, in un'intervista a Repubblica.
"La gente comincia ad essere esasperata. E poi finisce che magari a tavola a casa si trovano in ventiquattro", ha sottolineato l'esponente leghista, "meglio dare un po' di libertà controllata che regole rigide che vengono violate senza che nessuno intervenga". Per Fontana il governo Draghi è partito con il piede giusto: "Il ministro del Turismo Garavaglia, appena è stata annunciata la chiusura degli impianti di sci, è venuto qui a parlare con tutti i rappresentanti del turismo. La ministra Gelmini mi è sembrata molto aperta sui problemi che riguardano il nostro territorio".
Nessun commento, invece, sulla conferma del blocco dei trasferimenti tra regioni con il divieto di ricevere amici in zona rossa: "Non è mai stata mia abitudine entrare nel merito delle scelte di carattere sanitario del governo. Che siamo ancora davanti a una situazione seria mi sembra evidente".
Sulla possibile zona arancione in tutta la provincia di Brescia, Fontana ha spiegato di aver avanzato due ipotesi: "L'istituzione della zona arancione in tutta la provincia di Brescia con la chiusura delle scuole o in alternativa alcuni interventi localizzati in alcuni Comuni dove i dati sono più brutti". "La decisione la prenderò quando riceverò la risposta dei tecnici da Roma", ha detto il governatore, "stiamo affrontando una fase nuova. Ed è necessario avere la massima condivisione. Stiamo valutando quale decisione prendere in base all'andamento delle varianti e su dati sostanziali".
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