Dibba ha postato, dopo che Draghi ha reso noto la lista dei ministri del suo gabinetto: ne valeva la pena? e Travaglio, sullo stesso tono dello sfascista Cinquestelle, ha titolato: tutto qui?
Sì, tutto qui, anche se il giudizio su un governo va dato dopo che lo si è visto in azione, e Draghi, per quanto non possiamo attenderci miracoli, certamente farà sentire la sua presenza; anzi l'ha già fatta sentire sul fronte dei mercati e nella stessa Europa. E, certamente, fanche a prescindere dai ministri politici, lo farà anche in Italia e per l'Italia, prima e più che dal Quirinale, al quale lo si vuole candidato unico.
Gli unici scettici sulla sua capacità di imprimere una svolta all'azione di Governo, soprattutto in campo economico e sanitario, e in relazione alla presentazione del documento per i fondi europei del Recovery Fund, sono alcuni partiti italiani, la fronda interna ai Cinquestelle e l' irato Travaglio, che ora teme di non poter essere più consigliere di chicchessia, come per le ultime due legislature ha fatto con i suoi amici grillini.
Certo, messi in sicurezza i ministeri a diretta dipendenza da Draghi, perchè sono quelli cui sono affidate le sorti del nostro paese, sorti economiche sociali e sanitarie, a leggere la lista dei ministri cosiddetti 'politici' che Draghi ha dovuto prendere dal mercato - non c'era altro per scegliere! - e per assicurarsi una navigazione parlamentare che si spera così più tranquilla, cadono davvero le braccia.
Fa pensare che torni a fare la ministra Mariastella Gelmini, dimenticando il tragico suo passaggio dal dicastero dell'istruzione, dove ora per fortuna si è insediato il prof. Bianchi ( chiamato come consulente dalla Azzolina, senza che se ne sia servito, della consulenza) che è una garanzia; come una garanzia è la titolare del dicastero della giustizia, Marta Cartabia, al posto di Bonafede 'Azzeccagarbugli' (tanto caro a Travaglio) che avrebbe dovuto 'riformare' la giustizia e invece è incappato in molti incidenti nel lungo percorso dei due governi Conte.
Ma che ne pensasse Travaglio dei precedenti titolari di dicasteri nei governi Conte 1 e 2 non ci ha mai detto nulla con altrettanta chiarezza. Che ne pensava, ad esempio, del ministro Toninelli, e di Barbara Lezzi ( contabile in un mobilificio), come della sottosegretaria all'economia Castelli (che fece ridere a crepapelle una intera commissione parlamentare per le idiozie che ebbe a dire in materia economica); e di Spadafora (diploma di liceo, che ha fatto carriera attraverso i partiti, giungendo finanche alla presidenza dell'Unicef Italia, e che ha dichiarato, ma solo ora, che di sport, dove l'aveva destinato Conte, lui non capiva un tubo)... cosa Travaglio pensasse di questi campioni non ce lo ha mai detto.
Giorni fa quando qualcuno ha detto che Toninelli era stato un bravo ministro, nello studio televisivo nel quale veniva proferita simile bestialità, s'è udita una voce dire in romanesco: me cojoni ! , mai commento più calzante. Vero Travaglio?
Non parliamo poi della schiera di consulenti, quasi tutti compagni di scuola, di cui l'ex capo politico, Di Maio, oggi ministro degli esteri, si è circondato,- di questo Travaglio non ha mai scritto nulla, non sa.
E di Vito Crimi? Penserà, solo lui, che è un politico di razza; mentre è fra quelli che genera maggiore imbarazzo.
Dovremmo anche dire che i ministri non grillini non sono certo 'settebellezze'. Pensiamo solo al rinato Ministero del Turismo, affidato a Garavaglia, leghista, dello stesso partito cui apparteneva il precedente ministro, Centinaio, promosso a quella carica a seguito dell'esperienza maturata in una agenzia di viaggi, con le conseguenze a tutti note: un ministero senza presidio nè guida per un anno intero.
Insomma non c'è da stare allegri, e del resto era impossibile fare 'il pane con una farina diversa da quella che si aveva a disposizione - come aveva confidato privatamente, a proposito del personale politico attuale, Mattarella al direttore della Stampa, Giannini, che l'ha voluto rivelare dopo la nomina di ministri improbabili.
Ora, però, il paese guarda a Draghi ed alla sua azione nel campo più dichiaratamente economico di cui ha competenza e per il quale gode della stima incondizionata in Italia e fuori. Se farà - 'SOLO'!!! - quello, Travaglio si metta l'anima in pace e pensi già al futuro successivo governo, dopo il presente. Nel frattempo, consigli bene i suoi amici Cinquestelle, sempre che naturalmente i prossimi appuntamenti elettorali non li riducano drasticamente, al punto da renderli ininfluenti.
E se ciò accadesse, consiglieremmo caldamente a Travaglio di recarsi all'osteria, al pari del suo sodale letterario Leporello, a cercarsi un padrone migliore di Grillo e dei suoi derivati, Conte compreso.
Nessun commento:
Posta un commento