Ormai manca poco. Entro oggi, o domani al massimo, il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi dovrebbe salire al Quirinale, sciogliere la riserva e dar vita al suo nuovo governo. C'è grande attesa per quella che sarà la squadra scelta dall'ex banchiere. Rumors sui possibili ministri si susseguono, ma nessuna forza politica è stata ufficialmente contattata. Intanto, però, i leader dei vari partiti propongono nomi ma sarà il premier incaricato a comporre il nuovo esecutivo insieme a Sergio Mattarella. Beppe Grillo indica Catia Bastioli (per la Transizione ecologica) e Di Maio. Per la Lega Giorgetti (allo Sviluppo economico o ai Trasporti) e per il Pd Franceschini e Guerini.
Sui tempi c'è ancora incertezza. Mario Draghi salirà al Colle per sciogliere la riserva probabilmente entro oggi, o comunque entro il fine settimana, con la lista dei ministri pronta. A quel punto si terrà la cerimonia del giuramento, già domani o al massimo domenica, e poi il voto in Parlamento non prima di martedì: al Senato martedì appunto e mercoledì il bis alla Camera.
Intanto, ieri in serata è arrivato anche il sì dagli iscritti M5s. Dei 74.537 grillini che hanno votato sulla piattaforma Rousseau, il 59,3% (pari a 44.177 voti) si è espresso a favore del nuovo esecutivo a guida Draghi, i no sono stati 30.360 (pari al 40.7 per cento). Allo stesso tempo, però, l'esito del voto ha cristallizzato la divisione all'interno del Movimento. La spaccatura è andata allargandosi nel corso delle settimane. E si è fatta feroce nelle ultime ore, fino all'epilogo dell'addio, "a questo Movimento", da parte di Alessandro Di Battista. Che ha annunciato a fine voto di voler lasciare i 5S durante una diretta Facebook: "La mia coscienza politica non ce la fa più - spiega - da diverso tempo non sono in accordo con alcune scelte del M5S. Non posso far altro che farmi da parte. Da ora in poi non parlerò più a nome del Movimento 5 Stelle anche perché in questo momento il Movimento non parla a nome mio".
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