Per il Teatro Regio si prospettano una primavera e un’estate di cantieri: sarà chiuso da giugno a ottobre. Proprio il periodo in cui i teatri potrebbero essere aperti. La commissaria straordinaria Rosanna Purchia, però, assicura: «Andremo all’aperto». E potrebbe arrivare una convenzione con la Fondazione Piemonte dal Vivo.
Sono alcune delle novità raccontate ieri durante un’accesa Commissione cultura in Consiglio comunale, dove non sono mancate le scintille. Purchia ha ribattuto alle rimostranze con un «dove siete stati finora?», inducendo Massimo Giovara, che presiedeva l’audizione, a chiederle di moderare i toni. La chiusura estiva sarà motivata dai lavori alla «torre scenica», finanziati con gli 8,5 milioni in arrivo dal Cipe di cui si parla da tempo, mentre già a fine marzo il Regio avvierà un altro cantiere, grazie al Comune di Torino, per ottenere l’agibilità completa. Ora l’obiettivo è accedere al «fondo rotativo». Si tratta dell’ex Legge Bray, che garantirà al teatro un prestito fino a 20 milioni di euro dallo Stato per saldare i debiti pregressi.
Quanto al debito, a fine 2019 era arrivato a 26 milioni di euro e alla fine dello scorso anno era già stato ridotto a una cifra compresa fra 17 e 20 milioni. Un dettaglio preciso, insieme alla relazione completa sulle azioni intraprese, sarà disponibile alla chiusura del bilancio 2020, il mese prossimo. Stando alle parole di Purchia, però, sono stati quasi azzerati i debiti con gli artisti, mentre i crediti che il teatro vantava (molti con le istituzioni) sono stati in buona parte recuperati. «Con i fornitori — ha aggiunto — abbiamo chiuso un debito storico di 1,3 milioni con uno stralcio di 470 mila euro». Inoltre, visto l’imminente ritorno dei dipendenti in cassa integrazione, da metà marzo all’11 aprile, la commissaria e il direttore generale, Guido Mulè, si taglieranno lo stipendio del 10%. Intervento proposto anche ad altri dirigenti. L’altro fronte è la pianta organica: sono stati ridefiniti gli incarichi e si cerca internamente un direttore amministrativo, mentre due risorse si occuperanno del controllo di gestione. «La prolungata mancanza di un direttore marketing — ha poi aggiunto Purchia — ha fortemente incrinato la credibilità della fondazione, le recenti inchieste giudiziarie l’hanno danneggiata ancora. Gli interventi di marketing saranno diretti a rilanciarne l’immagine». In arrivo anche la figura del «risk manager» e a un piano per l’efficientamento dei costi.
Su questo aspetto, ieri è partita anche la contrattazione fra sindacati e direzione generale per il contratto integrativo, l’intento è riorganizzare il lavoro e limitare le perdite economiche per i dipendenti. Anche perché, dopo i 17 amministrativi lasciati a casa, nel «bacino di compensazione», 14 contratti del personale artistico non saranno rinnovati. Nel frattempo altri due violinisti sono stati reintegrati, con sentenza del 23 dicembre, ma per loro è stata conteggiata la Fis per il mese di gennaio.
Le attività, comunque, proseguiranno in streaming fino ad aprile. «La stagione 2020/2021 non era coerente — ha detto la commissaria — con le condizioni economiche della fondazione, è stata rivista». Sono tutte azioni inserite in un cronoprogramma presentato al Ministero della Cultura.
C’è poco tempo per chiudere: l’incarico di Rosanna Purchia terminerà il 9 marzo, ma iniziano a diffondersi voci su un possibile rinnovo.
Nessun commento:
Posta un commento