Per Nuccio Messina, direttore responsabile di Primafila
5 ottobre 2000
Egregio Direttore,
La ringrazio della sua lettera. Che dirle? I critici e i cronisti musicali possono certamente avere un ruolo assai importante e costruttivo nella vita pubblica e culturale di una città, soprattutto quando non si è d'accordo con loro. Quando però quel ruolo viene tradito e degradato a gratuita maldicenza e a squallido pettegolezzo allora le cose cambiano e diventa comprensibile, suppongo, il mio desiderio di 'stare alla larga'. Ma forse esagero. Dica ad Acquafredda che alla prossima occasione i mastini di Santa Cecilia saranno tenuti al guinzaglio.
Con molti cordiali saluti
Luciano Berio
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Accadde che nel corso di una conferenza stampa in via Vittoria, a Roma, sede degli uffici di Santa Cecilia, all'allora 'commissario' Luciano Berio io facessi una domanda che lo infastidì al punto che non solo non rispose, ma gli fece aggiungere coram populo: 'Lei stia zitto!'
In tutta risposta, mi rivolsi a Berio con altrettanta durezza: 'non si permetta più di rivolgersi a me in questo modo. Io sono invitato alla Conferenza stampa e faccio le domande che voglio. Piuttosto lei risponda'...
Berio naturalmente non rispose, e la conferenza stampa terminò prima del previsto, nell'imbarazzo generale, perchè il 'commissario' ceciliano si agitò moltissimo e divenne paonazzo in viso. Contava sul fatto che sarei stato zitto al suo cospetto, e perciò la mia reazione lo sorprese e spiazzò.
Scrissi dell'accaduto a Nuccio Messina, direttore di Primafila, cui collaboravo, e Messina protestò con Berio, che rispose con la lettera che abbiamo riprodotto.
A seguito di quell'episodio, Berio chiese all'allora capo ufficio stampa dell'Accademia, Paola Fontecedro, di non invitarmi alle successive conferenze stampa. La qual cosa la dott. Fontecedro non fece, perché spiegò a Berio che nel caso Lei non mi avesse invitato, ed io fossi venuto a conoscenza dell'incontro, cosa abbastanza facile e semplice, non sarei stato zitto, ed avrei nuovamente reagito malamente, ripetendo quanto avevo fatto nell'incontro precedente, cioè con la stessa determinazione e durezza.
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