Sicuramente non mi sbaglio; giacchè ricordo alla perfezione ciò che lo letto qualche settimana fa in un lungo articolo di De Masi sul Fatto Quotidiano, di quelli che il professore sociologo regala di tanto in tanto alla gazzetta dei grillini, riguardante il progetto del nostro governo da portare in Europa per ottenere i soldi del Recorevy Plan.
De Masi scriveva, testualmente, che quanti dicevano che in quel progetto non c'era nulla di concreto, bensì solo un indice di capitoli con pochi elementi tecnici, mentre richiesto dall'Europa era un dossier più preciso e dettagliato, non lo avevano letto, come invece aveva fatto lui, trovandolo soddisfacente, ed in linea e risposta alle richieste dell'Europa.
Contro il parere assolutorio di De Masi si sono ascoltate poi altre voci, alcune provenienti dall'Europa - ci sembra anche da Paolo Gentiloni- ed oggi, proprio oggi dalla Banca d'Italia che lo ha trovato ancora incompleto e in bozza non presentabile all'Europa. A renderlo invece presentabile, ci deve pensare ora Draghi ed i suoi ministri e tecnici che sotto la sua guida prepareranno come si deve un dossier di tale importanza.
Ma allora perchè De Masi? Semplice, da tempo ha avuto a che fare con i Cinquestelle; li ha spesso difesi, dichiarandone la buona volontà e l'impegno nell'apprendere un mestiere, quello di parlamentare, al quale nessuno li aveva preparati e per il quale non avevano nessuna competenza professionale precedente da riutilizzare.
Semplice ma ingiustificata concessione di credito a fronte della patente inadeguatezza di molti che dalla sera alla mattina si sono visti catapultati sulle poltrone del Parlamento. Ed è, se ci si pensa bene, la stessa difesa che va facendo anche in questi giorni Travaglio nelle numerose apparizioni televisive: i Cinquestelle hanno fra i parlamentari il più alto numero di laureati. A Travaglio verrebbe da dire: povera università! visti i deludenti risultati raggiunti da molti di loro, semplicemente per palese incapacità di mostrarsi all'altezza del ruolo.
Colpa delle Parlamentarie, altro imbroglio in nome della democrazia. Che oggi porta a sottoporre il sì o no al governo Draghi attraverso l'ennesima votazione burla sulla piattaforma Rousseau, dove, bene che vada, voteranno venti, trentamila iscritti. Non è una burla?
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A burla si aggiunge altra burla. Grillo dopo la minaccia di una fronda interna che, vista in prospettiva potrebbe significare la scomparsa del movimento fondato dal comico genovese alle prossime elezioni, ma già decimato nell'ultimo anno, ha detto che prima di sottoporre il quesito agli iscritti della Rousseau, vuole che il premier incaricato parli in pubblico, ed in attesa di ciò la votazione potrebbe slittare.
Il comico si è reso conto che ora il governo del movimento gli potrebbe sfuggire di mano, perchè dopo i suoi proclami dei giorni scorsi la fronda intera non è rientrata, e allora pone una nuova clausola capestro al premier incaricato.
Solo che non si rende conto che un simile tergiversare per salvaguradare l'unità ed il conseguente peso politico dei Cinquestelle, fa male ed offende il paese, che ha capito cosa vuol dire quell'espressione che tutti i partiti, indistintamente, pronunciano all'uscita delle consultazioni: noi siamo interessati esclusivamente al bene e all'interesse del Paese. Vuol dire in politichese, nella lingua degli insensati nell'anno pandemico 2021: a noi interessano soltanto i c...nostri. E così sia.
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