La Russia sta entrando in una nuova fase della repressione e, abbandonata ogni parvenza di democrazia, il Cremlino ha cominciato a comportarsi come una "banda di mafiosi": la fotografia di quello che sta accadendo in Russia e'è quella scattata da Mikhail Khodorkovsky, l'ex oligarca e dissidente russo che ha trascorso oltre dieci anni in prigionia e ai lavori forzati in Siberia.
Parlando al britannico Times dalla sua casa di Londra, Khodorkovsky, un tempo l'uomo più ricco di Russia e oggi in esilio, ha detto che il presidente Vladimir Putin, con il dissidente Aleksei Navalny, si è comportato come un boss mafioso il cui status è stato messo in dubbio. "Proprio come in una banda criminale, o Putin è il maschio alfa o la sua cerchia lo sostituisce con qualcun altro. Non l'avrebbero capito se non avesse risposto alla sfida di Navalny, la sua legittimità sarebbe stata messa in dubbio nella sua cerchia più stretta".
Khodorkovsky non sa fare previsioni, ma avverte che la situazione è molto fluida e potrebbe sfuggire di mano a Putin: "Se 50mila persone scendono in strada e mille sono pronte a prendere d'assalto il Cremlino, allora non sono così tante. Ma se sono mezzo milione e decine di migliaia, allora sarà possibile fermarli solo con armi letali".
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