Franceschini assicura sostegno a Spettacolo, Cinema, Musei, Editoria, Turismo. Ma per gallerie d’arte, critici, curatori, uffici stampa, e per gli stessi artisti, regna il totale oblio
Vi lamentate perché il governo chiude musei, mostre e teatri, lasciando però aperti centri commerciali e chiese? Siete lavoratori precari, o comunque non inquadrati, nei settori di arte, musica, spettacolo, e vi preoccupate perché nessuno vi fornirà “ristori” di nessun tipo? Vi sbagliate di grosso. Perché “questa crisi ha fatto capire fino in fondo quanto in Italia sia cruciale l’investimento in cultura”. E lo ha dichiarato non un osservatore qualunque, bensì il Ministro per i beni culturali, Dario Franceschini, nel corso del suo intervento alla presentazione del rapporto annuale Federculture, svoltosi oggi in modalità remota. “Per fronteggiare la crisi della pandemia, solo quest’anno siamo arrivati a 9 miliardi di euro per i settori della cultura e del turismo”, ha aggiunto. Moltissimi degli addetti non ne hanno vista l’ombra, né la vedranno in futuro, ma il ministro dispensa ottimismo ai quattro venti.
Ma la nota del Mibact allega anche una slide, che riassume i provvedimenti presi o in esame. E ci sono sostegni per Spettacolo, Cinema, Musei, Editoria, Turismo. Le gallerie d’arte? I critici, curatori, chi lavora negli allestimenti, gli uffici stampa? E gli stessi artisti, magari quella moltitudine di non-star che fatica a sbarcare il lunario di questi tempi? Figli di un Dio minore, come sempre in questo Paese. Eppure Franceschini assicura che “è stato possibile mappare accuratamente le professionalità dei diversi settori della cultura e dello spettacolo, facendone emergere l’enormità”. Quanti dei citati addetti sono stati “mappati”? Nessuno, temiamo.
Ma nel prosieguo il Ministro svela il suo asso nella manica: “la scoperta della rilevante potenzialità dell’offerta culturale online va colta poi come opportunità. Sinora è stata intelligentemente proposta in maniera gratuita per favorire la permanenza del contatto del pubblico con il patrimonio culturale, ma in futuro essa potrà integrare l’offerta culturale in presenza a tutto vantaggio di una fruizione più ampia di un prodotto culturale”. Gioisci, popolo della cultura: chiudiamo gli spazi dove tu puoi esistere, e lavorare. Ma ti mostriamo il radioso futuro dell’offerta culturale online…
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