domenica 4 ottobre 2020

Anche La Scala trema. Meyer le pensa tutte per salvare la stagione, seppur ridotta ( da La Repubblica, di Andrea Montanari)

 C'è uno spettro che si aggira alla Scala a ventiquattr'ore dal consiglio di amministrazione che oggi doveva approvare la nuova stagione 2020/21 e che, invece, dovrà ancora una volta occuparsi di cercare di far quadrare i conti per colpa dell'emergenza Covid 19. 

Il fantasma è quello del Metropolitan di New York, il principale teatro lirico oltreoceano che è stato costretto a cancellare la prossima stagione a causa della pandemia. 

l sovrintendente alla Scala Dominique Meyer sta facendo di tutto per salvare il nuovo cartellone scaligero rivisto già undici volte, ma se il governo dovesse ridurre nuovamente la capienza massima dei teatri a 200 posti al posto degli attuali 700, alla Scala calerebbe nuovamente il sipario. Anzi. Secondo una proiezione che è stata fatta nei giorni scorsi su un nuovo protocollo che aumenterebbe la capienza della sala del Piermarini fino a mille, nel 2021 si aprirebbe un buco di 9 milioni di euro. Al posto del pareggio che era stato fissato come primo obiettivo. Ecco perché Meyer, che aveva già lanciato l'appello al governo e alle istituzioni dal palco del concerto della "riapertura" con la Nona sinfonia ("Non lasciateci soli, abbiamo bisogno del nostro pubblico" ) domani metterà tutte le carte sul tavolo.

Nei giorni scorsi la Scala ha scritto alla Regione per chiedere una deroga e aumentare la capienza ad almeno 1.200 posti. Un nuovo giro di vite, al contrario, significherebbe dover cancellare la stagione. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini fa sapere che al momento non è stata presa alcuna decisione, ma che in ogni caso queste proposte spettano al Comitato tecnico scientifico. In base all'andamento dei contagi.

Nel frattempo, si navigherà a vista e si procederà per tappe. Presentando il cartellone trimestralmente. Anche se molti titoli della nuova stagione sono già saltati. A cominciare dal Krol Roger ("Il Re Ruggero") di Karol Szymanowski, che avrebbe dovuto segnare l'atteso ritorno sul podio della Scala nell'opera a febbraio di Antonio Pappano. 

Più probabile che riesca ad andare in scena la stessa Calisto di Francesco Cavalli. La prima di un ciclo dedicato all'opera italiana del Sei e Settecento. 

Nei laboratori di scenografia dell'ex Ansaldo comunque si sta già lavorando alla Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti diretta da Riccardo Chailly, che dovrebbe inaugurare la prossima stagione il 7 dicembre con la regia di Yannis Kokkos. La partitura prevede un organico ridotto dell'orchestra e il coro è presente solo in poche scene. 

Confermato anche il nuovo allestimento di Rigoletto di Verdi con la regia di Mario Martone e sul podio Zubin Mehta. 

Comincia anche a prendere forma la ripresa a novembre dello storico allestimento di Boheme di Puccini firmata da Franco Zeffirelli negli anni Sessanta. Il primo dei tre titoli d'opera della stagione in corso che sarà messo in scena e non eseguito solo in forma di concerto. A causa delle restrizioni, però, il quartiere latino di Parigi del secondo quadro sarà un po' diverso. Meno comparse, meno bambini e soprattutto senza cavalli.

In teatro, c'è chi incrocia le dita per scaramanzia. I sindacati sono disponibili al dialogo, ma preoccupati. "Siamo pronti a procedere su tutti i progetti di rilancio, ma se il governo o i privati non aumentano i fondi per lo spettacolo, non ci resterà che tornare alla cassa integrazione e far lavorare solo l'orchestra" , minaccia Paolo Puglisi della Cgil, che aggiunge: "Siamo pronti a favorire anche il ricambio generazionale con i pensionamenti, ma il teatro faccia passi avanti anche sulla digitalizzazione. Le presenze in teatro si fanno ancora con la firma sul registro" . 

Il tema sarà all'ordine del giorno anche in una riunione a livello nazionale mercoledì. I lavoratori premono per trasmettere gli spettacoli in streaming. Sempre che non arrivi un nuovo lockdown che rifermi tutto

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