giovedì 26 maggio 2016

Tutti i De Siervo di Matteo Renzi

Fino all'altro ieri il nome più in vista della famiglia De Siervo, fiorentina,  appartenente al giglio magico renziano, dopo il capostipite, Ugo, ex presidente della Consulta, era quello di suo figlio, Luigi, messo in RAI, all'epoca di della direzione generale di Gubitosi, presidente Tarantola, a capo di Rai.Com ( l'ex Rai Trade) la struttura che commercializza il prodotto Rai, dalla quale proprio nei giorni scorsi ha annunciato l'uscita - si dice -  a causa di disaccordi con Campo Dall'Orto.
 Non vorremmo essere traditi dalla memoria, ma crediamo di ricordare che il nome del capostipite della famiglia, ex  presidente della Consulta, fosse stato fatto anche per la Presidenza sia  della Repubblica, dove poi Renzi ripiegò su Mattarella, che della Rai, dove venne bruciato in favore del figlio o a causa sua.
 Ma  il capostipite ha  pure una figlia, Lucia, sorella del capo di Rai.Com, anche quella, appartenente al giglio magico renziano,  che l'allora sindaco di Firenze Matteo,  mise a capo della sua segreteria. Dunque non è da oggi che Renzi si circonda di collaboratori fidati, e i De Siervo sono fra questi. Tutte persone in gamba, naturalmente, che neanche devono parlare perchè Renzi esaudisca i loro desideri. (Per fortuna nostra non sono una famiglia numerosa, perchè Renzi per loro avrebbe creato anche incarichi  ex novo). Però trovò un posto anche per  Filippo Vannoni,  marito di Lucia, figlia del gran capo e sorella del dirigente Rai: lo mise a presiedere l'azienda 'Publiacqua' che presiede alla distribuzione e all' approvvigionamento dell'acqua, ma anche alla manutenzione degli impianti idrici della provincia di Firenze e di altre province toscane. In quel consiglio di amministrazione, tanto per non far nomi, sedeva anche Maria Elena Boschi, la zarina, come è venuto fuori in queste ore.
Quella società è in attivo, dunque il genero del capostipite, cognato del dirigente Rai, e marito della segretaria di Renzi, ha saputo ben amministrare ed ha distribuito dividendi ai soci. Magari s'è dimenticato di fare manutenzione degli impianti che hanno perciò collassato, l'altro ieri, sul Lungarno, inghiottendo la strada per  oltre 200 metri, creando una voragine profonda tre metri, che fa tuttora  temere per i palazzi che si affacciano sulla strada e perciò evacuati. Nardella che scagiona Vannoni  ( perchè non ha compiti operativi) scarica la responsabilità sull'ad, Carfi e  promette che chi ha sbagliato pagherà. I cittadini e i commercianti del Lungarno e Ponte Vecchio hanno vinto in una contestazione con la società Publiacqua che aveva inviato loro cartelle salatissime, non giustificate da un consumo eccessivo, bensì dalle enormi perdite  dell'impianto  che addirittura in certi negozi ha divelto, dopo averlo gonfiato il parquet. Publiacqua ha riconosciuto le ragioni dei commercianti e dei cittadini, e, di conseguenza, i suoi torti ( mancata manutenzione)  ed ha inviato loro delle comunicazioni con i relativi crediti; tali comunicazioni sono giunte a destinazione proprio il giorno del disastro, che Nardella promette sarà completamente risanato entro il 4 novembre, quando saranno 50 anni dall'alluvione.
  Ma a Renzi in queste ore, la famiglia De Siervo  sta procurando uno dei più grandi dispiaceri, dopo che ha appreso che l'ex presidente della Consulta, De Siervo, è tra i sostenitori del NO al prossimo referendum, scelta che lui bolla come ingrata!

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