domenica 8 maggio 2016

Purchè si faccia. In arte non vale

Nel campo delle arti, il 'purchè si faccia' non ha senso;  e non è una buona regola. Meglio 'non fare'. Non conta la quantità, l'attivismo, la stravaganza; nell'arte, ogni azione dev'essere calibrata, studiata, da pensiero tramutarsi in forma, innovativa e di qualità, ed affidata a chi ne è capace. E, invece,non è così. Il cattivo esempio lo ha dato Franceschini  per primo, quando annunciando la prossima 'Festa della Musica', s'è rivolto a tutti gli artisti: vorrei che chiunque, non importa dove, cosa o come, suonasse, si esibisse nel giorno della Festa della Musica: inondate l'Italia di musica.
Eh no,  caro ministro. Il suo invito se venisse purtroppo preso alla lettera, farebbe  fiorire iniziative musicali senza senso e senza un briciolo di qualità.  Non si deve suonare ad ogni costo, purché si suoni.
 Come apprendiamo ogni giorno dai giornali la nascita  di iniziative musicali, perfino sotto l'egida del Giubileo,  che della musica non ha riguardo alcuno, con calendari improvvisati, costruiti con musicisti non ancora giunti alla maggiore età artistica, ma sbandierati come antiche glorie o sicure promesse, da sedicenti operatori culturali titolari di associazioni 'no profit', che, comunque,  almeno delle povere vittime coinvolte approfittano .
 Se non fosse ospitato in luogo del tutto inadatto, saluteremmo  con gioia lo sbarco allo Stadio del tennis di Roma, per la fine di maggio, di due rappresentazioni di Bohème di Giacomo Puccini, ad opera di 'Europa Musica' ( associazione 'no profit' di cui è direttore artistico Sergio Rendine), per onorare la memoria di Ettore Scola che di quest'opera curò la regia  per il Festival Puccini, sotto l'egida del Giubileo.  Che c'entra poi il Giubileo?
Quello spettacolo curato da Scola ora viene ripreso e riproposto con due star del canto ( Angela Gheorghiu e Marcelo Alvarez),  dall'orchestra del festival pucciniano sotto la direzione di Alberto Veronesi, di cui in quest'ultimo anno non avevamo più notizie. Forse perchè è direttore negli USA, e sta lontano dall'Italia o perchè è rosso di vergogna per il festival che aveva organizzato l'anno scorso a Pompei e che, se non andiamo errati, non si è poi svolto.
 Per la stessa ragione verrebbe da contestare anche l'esecuzione della Nona di Beethoven ad opera dell' Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, diretta da Pappano - in versione 'pop' l'Accademia non la sinfonia,  hanno scritto i giornali: che avranno voluto dire, otre che tentare di portare la musica a tutti ?-  per un'opera come quella non si ricorre ad uno stadio seppure di dimensioni ridotte.
Contestabilissima, invece, la rassegna 'Suonaroma', anch'essa sotto l'egida del Giubileo, che dovrebbe invece, portare la musica in luoghi dove, a detta del suo organizzatore, Spagnuolo, presidente di 'Visioni e illusioni', non è mai arrivata. Nuovi del tutto i programma: ad esempio Michele Campanella con il programma 'Angeli e Demoni' in Campidoglio, e Danilo Rea al Museo dell'Ara Pacis, o Pieranunzi a Castel Sant'Angelo - se ricordiamo con esattezza; senza  dimenticare la lodevole iniziativa di un concerto all'ospedale, spacciato come una 'prima' per la novità del luogo e poi concerti all'alba e al tramonto ecc... un calendario, il prossimo fine settimana, affidato ad un piccolo stuolo di grandi promesse per la musica futura.
 Per quest'ultimo caso, in buona parte concerti che si potevano evitare, senza danno per nessuno; per gli altri si poteva pensare a luoghi meno inospitali per la musica;  e, per tutti, si sarebbe scomodato una volta in  meno anche il Giubileo. Misericordia!

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